L’eversività della cultura pop non ha mai mostrato tanta sfacciataggine come nel caso dell’uscita di questo anacronistico quanto irresistibile esempio di melange decennistico di stilemi pop rock. Osannati dai ‘big thing’-dipendenti che li spacciano come l’ideale connubio tra Velvet Underground (quando di ‘arty’ o sperimentale possiedono solo qualche straccetto della linea di moda paterna) e i Television (laddove il carisma di Tom Verlaine non è presente neanche diviso per cinque), i nostri fumettistici eroi riescono comunque nell’impresa di suscitare simpatia; perfino a dispetto della spocchia di chi, perennemente a caccia della ‘vera musica’ (quella che lascia tracce indelebili per capirci… che sono poi tanto difficili da smacchiare quando si passa al decennio successivo…) li relega a gruppetto da 7 ascolti massimo. Se amate i dischi che cambiano un’epoca rivolgetevi altrove: vi perderete la sorniona sensualità della title track, gli ammiccamenti dolcemente disperati di Hard to Explain o Someday , le irriverenti lyrics così spavaldamente risparmiate ai compatrioti di New York City Cops , le coinvolgenti sferzate elettriche di Take it or Leave it …. poco importa. Se invece credete che il fatto di aver ben presente il sapore dello zucchero non sia sufficiente a dispensarvi dal farne uso, allora gli Strokes fanno per voi: l’aggressivo rock’n’roll del quintetto newyorchese scende nelle viscere e colonizza un immaginario dance-bubblegum senza neanche chiedere ‘permesso’. Un po’ old-fashioned tutto ciò? … … Yeeahhh.
Così mentre Julian Casablancas e soci firmano col sorriso sulle labbra l’ennesima tappa verso la ricostituzione del comitato per le attività anti-americane (troppo esotici i loro nomi, troppo europei i loro abiti, troppo britanniche le loro sonorità), io ripongo con cura il loro CD in balia della polvere a venire e pregusto con spensierata avidità i flussi adrenalinici che torneranno a scorrere in me ogniqualvolta in qualche dance floor retro’ parato per l’occasione, ascolterò le prime note di Last Nite … D’altronde come per le lyrics dell’omonima Is this it? : “Dear can’t you see… it’s them, it’s not me.”
Voto: 10
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