(Island Recors 2001)
Partenza bruciante per questa “nuova”(?) promessa di un genere hard-heavy-glam rock (chi più ne ha più ne metta) che faccia subito riandare con la memoria ed il cuore ai sempre autentici anni settanta.
Questa è una delle linee guida con cui interpretare questo fenomeno, oltre ad una predilezione tecno-pop che filtra tra una schitarrata e l’altra. Canzoni come it’s time to party con quel drumming potente, ben calibrato e il riff di sint a completare il tutto, party hard, voce krafteriana che introduce un’altra cavalcata alla Twister Sister; oppure girlown love con i suoi cori da stadio, tutto così originalmente kitsch da non sfigurare in un album dei mai dimenticati, per chi scrive, Kiss.
E ancora ready to die, inizio mozartiano con seguito postmoderno, take it off e tutte le altre, (per un totale di dodici), metronomi a tutta velocità per un album divertente simpatico e fracassone.
Ogni tanto urlare fa bene. Anche a chi ascolta.
Voto: 10
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