(Audio Dregs 2000)
I Carpet Musics sono quanto di meglio può capitarvi di ascoltare oggigiorno nel campo dell’ambient analogico-sintetica. Nato da ideologie contrastanti all’interno del duo di Portland circa metodi compositivi e fonti sonore da utilizzare, “Weekday” propone un raro equilibrio tra sospensione eterea digitale e incursioni di strumenti tradizionali usati in funzione sofficemente ritmica. I tappeti sonori creati dai due Eric (uno dei quali, Eric Mast, altri non è che il fondatore dell’etichetta Audio Dregs per il quale esce l’album in questione) ricordano a tratti i primi lavori di Eno, a tratti le sonorità più melliflue di casa Domino (Fridge e Four Tet in testa).
La parola d’ordine è: serenità, uno stato di torpore fluttuante e suadente al tempo stesso. Phone Lines distilla gocce elettroniche e micromelodie concentriche nelle quali cullarsi all’infinito; Air, come il titolo stesso suggerisce, è sostanza impalpabile sofficemente percorsa da brezze di frequenze disturbate, mentre la successiva Afternoon mostra l’inutilità di un’ossessiva dipendenza dal rimescolamento digitale ricreando atmosfere altrettanto coinvolgenti mediante loops di strumenti a corda. L’intero album è un’ininterrotta cascata di perle ambientali che si insinuano negli interstizi del quotidiano, negli oggetti comuni che ci circondano, nella semplicità di sensazioni perfette perché tenui e transitorie. “Weekday”, frutto di tre anni di rifinitura, è l’ulteriore riprova che, nonostante le odierne risorse tecnologiche a disposizione, a volte un semplice sintetizzatore analogico, un delicato, geniale arpeggio e qualche altro accorgimento sintetico sono gli strumenti migliori per chi ha la creatività e la capacità di sfruttarli ai massimi livelli (le poche note di tastiera, il contrappunto chitarristico, i ronzanti impercettibili drones della splendida Hotel sono illuminanti al riguardo).
Fate carte false per averlo.
Voto: 10
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