(BitMapSound 1998)
Interessante progetto solo di Louis Champion uscito per la sua etichetta inglese . L’album include materiale strumentale registrato tra il 1997 e il 1998. Ma non per questo appare datato come esempio di un ambient che richiama a tratti suoni e visioni molto più bucoliche e analogiche che digitali. L’autrice suona tastiere, chitarre e percussioni e le propone sapientemente lungo tutto l’arco dell’album. Come in House In The Rain dove un sintetico vento in sottofondo viene squarciato da frequenze aliene disturbate e da echi metallici che appaiono e scompaiono; oppure Installation #2, suoni sintetici alla Eno di ‘On Land’ sapientemente digitati dal synth della Champion. E ancora Opening The Boxes con il suo ping-pong sonico immerso in una modulazione nervosa e ripetitiva, Ligt & Water aperture di tastiere cosmiche che si perdono nell’inconscio; Empy Boxes suoni digitali e riflusso delle onde in lontananza in questo abbinamento digitale/analogico-naturale che dona un tocco di umanità a tutto l’album.In definitiva on’opera delicata, bella ma non scadente nella più inutile e brutta new age. Meglio di così.
Voto: 8
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