(SkinGraft 2002)
A sentirli gli Arab on Radar potrebbero sembrare i Pil fatti suonare a 78 giri o gli stessi che copulano con i Melt Banana.
Ne viene fuori (ah,ah,ah ) un suono frenetico, martellante, ripetitivo, carico di una tensione che sfiora la psicosi.
Il drumming è anfetaminico, le chitarre stridono e fanno male come il trapano del dentista, la voce declama strambe storie di ordinaria follia con gli stessi toni della “testa rossa” più famosa del Punk.
I referenti musicali vanno ricercati nei suddetti Pil, nei Mars, DNA, e in generale in tutta la No Wave di circa un ventennio fa.
Dal canto loro gli Arab on Radar dispensano una buona dose di umorismo ( naturalmente nero ) che permea ogni brano e che dona al lavoro un taglio ancor più inquietante.
Yahweh or the Highway è il loro quarto LP ma concettualmente non si discosta poi molto dai precedenti.
La durata dei brani è mediamente più elevata rispetto al loro standard anche se la lunghezza complessiva dell’album arriva appena ai venticinque minuti.
Un lavoro quindi, che non va contemplato ma preso tutto di un sorso come un buon bicchiere di latte (inacidito).
Naturalmente il tutto è stato concepito come da tradizione in casa Skin Graft.
Uomo avvisato …….
Voto: 8
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