Nuova formazione per le Allun, che oltre a Stefania Pedretti (unica superstite del nucleo originario e compartecipe nel progetto oVo con Bruno Dorella ) vede Marylise Frecheville alla batteria e Natalia Saurin ai rumori come componenti stabili del progetto.
Onussen é il loro ultimo lavoro (una co-produzione Bar La Muerte-One Touch); lavoro che speriamo porti i suoni del gruppo in tutte le allegre casette italiane, visto che l’atmosfera di queste é presente nell’album e penso ne sia debitrice.
Atmosfere delineate da pensieri inespressi, oggetti, grida e dialoghi paradossali.
Le Allun mediano questo materiale (sorta di succo mestruale acido) e lo trasformano, lo vomitano sulla tavola con contorni che allettano l’occhio e ci invitano a servircene.
Ce lo consegnano su supporto leggibile per i nostri, mai piu’, virili lettori.
Escandescenze impro-no-noise-wave con piglio e imperturbabilità di matrice giapponese, sveglie, violino e chitarra stuprati, fischietti, giochini elettronici vintage, batteria che appoggia robusta o si distrae, animaletti di gomma che fischiano, smanettamenti isterici di oggetti trovati, farfugliare stridulo e con modulazioni bambinesche di una voce che raramente é distinguibile.
Lo adoro.
Segnalo qualche brano solo perchè so che é insensato farlo: Siamo occhi, OX, Zanzara innamorata,34 Agosto, Allun dai capelli rossi, Allucinante.
Come il pensiero di feti di Red Crayola nella testa di un gruppo di Lidya Lunch clonate con gli occhi a mandorla, a cui abbiano strappato le corde vocali per farne un violino giocattolo da lasciare inutilizzato e muto per lungo tempo.
Oggetti autoalimentanti bellissimi.
Voto: 9
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