Come diceva Samuel Charters nel suo “The Bluesmen”, “La musica del delta porta i segni della separazione, dell’isolamento”, e chi meglio di Robert Lee Burnside poteva renderci partecipi di questo stile musicale, o meglio genere di Blues, colto al massimo della sua espressività nel suo ultimo disco dal vivo “Burnside on Burnside”, testimonianza “Live” di quello che sicuramente è il più grande Bluesman vivente (l’ultimo?) che nonostante le 76 primavere sulle spalle riesce ancora ad infiammare con un suono fortemente elettrico, vigoroso e tagliente reso ancora più secco dall’assenza del basso e delle due chitarre suonate a volume altissimo che dialogano continuamente. La band è formata oltre che da Burnside, voce e chitarra, da Kenny Brown alla chitarra slide e da suo figlio Cedric Burnside alla batteria e che, vista ovviamente l’assenza del basso, ha in mano anche la ritmica. Non bisogna inoltre dimenticare che la produzione è affidata, come nei precedenti, a Matthew Johnson che con la sua Fat Possum Records sta facendo un lavoro formidabile per rivitalizzare un genere ormai troppo edulcorato e spento. Tutti i brani, tranne i due classici Rollin’ & Tumblin e Walkin’ Blues, appartengono a Burnside e per quasi un’ora scorrono in maniera rutilante con una forza incredibile, tanto che è impossibile scegliere un brano piuttosto che un altro; è come se fosse un continuo crescendo che culmina nelle incredibili pennellate slide di Snake Drive, brano di chiusura, dove Burnside presenta la band ad un pubblico estasiato. Per i puristi e per tutti coloro che vogliono avvicinarsi al genere, sicuramente il massimo, per l’integrità, l’onestà e la purezza con cui viene affrontato l’intero lavoro. Burnside è senza alcun dubbio l’ideale spirito continuativo di tutti i grandi Bluesman del Delta da Charley Patton in poi, ed è ormai da tempo entrato nella leggenda, anche se da poco nelle notorietà, ma va bene così, il Delta Blues non ha età e per il momento è salvo.
Voto: 10
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Autore: letitrock@tiscali.it