Se si potesse quantificare il successo economico di un gruppo in base alla quantità di epigoni prodotti, più o meno legati al modello originale, oggi potremmo immaginarci Manuel Agnelli comodamente sdraiato sul bordo di una piscina vicino alle spiagge di Malibu! Purtroppo (o per fortuna!) l’importanza artistica di una band e il suo successo commerciale sono due cose ben distinte. Ironia a parte, l’influenza degli Afterhours sul rock indipendente italiano (ma c’è una scena rock mainstream in Italia?) è stata decisamente molto forte negli ultimi anni, ed è in questa prospettiva che viene spontaneo collocare i Marilù Lorèn. I suoni dei Lorèn si ricollegano direttamente ad una scena rock alternativa che, partendo dalle schegge sonore anarchiche dei primi Sonic Youth, si è felicemente sposata al gusto per la melodia dei Nirvana e Dinasour Jr., per poi approdare in modo massiccio nelle cantine del nostro Belpaese, fino ad essere definitivamente sdoganata, reinterpretata e resa relativamente popolare anche da noi da gruppi come Santo Niente, Marlene Kuntz, Scisma e soprattutto i già citati Afterhours. L’influenza artistica di Agnelli e soci è sicuramente l’elemento più determinante, che si fa sentire in modo palese e in alcuni momenti quasi imbarazzante (penso ad esempio alla title-track In espansione o a Non più che sembrano uscite dalle session di Hai paura del buio Nonostante ciò i cinque brani (sette con la versione acustica della title-track e un breve inserto strumentale) di questo EP ci pongono di fronte ad un’interessante creatura in crescita, ancora informe ma promettente. Se si prescinde dal confronto con i modelli di riferimento i Lorèn regalano delle gustose melodie, sia quando sono più riflessivi (In espansione e la bellissima Non più) che quando decidono di spingere sull’acceleratore (Sei di me) o si concedono una divagazione quasi pop, con l’apporto di una sezioni fiati, nel brano più personale e meno derivativo (Ogni respiro: sicuramente un potenziale singolo). Bello il timbro della voce di Lorenzo Monaco, anche se a volte sembra di sentire un probabile fratello di Agnelli; discrete le trame e le sonorità delineate dalle chitarre, affiancate da un moderato uso di effetti elettronici e da un basso poderoso, pur soffrendo l’album di una produzione un po’ troppo scarna e “effetto live” (soprattutto la batteria). Quello che manca ai Lorèn per soddisfare pienamente l’ascolto è l’originalità… i brani sembrano un bel compito di rilettura, belli ma troppo derivativi e imitativi. La sensazione di già sentito non impedisce comunque di gustare le melodie dei brani che in alcuni momenti regalano piacevoli emozioni, come ad esempio nella splendida rilettura di In espansione in chiave acustica che chiude il cd (grazie anche al fondamentale apporto di Paolo Benvegnù alla voce e organo e di Michela Manfroi al piano e glockenspiel, entrambi degli Scisma). Grave difetto del cd è la mancanza di un libretto con la trascrizione delle liriche (neanche una fotocopia!), che rende l’ascolto e la comprensione dei testi piuttosto difficile per le difficoltà tecniche incontrate nell’afferrare le parole (i filtri vocali, il modo a volte enfatico di pronunciare le parole e un missaggio non predominante della voce): testi non immediati che in alcuni momenti riescono ad emozionare ma a volte rischiano di cadere in un uso strumentale e un po’ retorico delle parole (per cantare rock in italiano bisogna per forza essere ricercati e forzatamente intellettuali?).
Non posso fare a meno di paragonare il gruppo alla ragazzina ritratta in copertina (da un punto di vista grafico il cd è semplicemente perfetto): nuda e ancora priva delle giuste forme… ma che fa ben sperare… chissà che non diventi una splendida donna, che si sappia vestire dei giusti abiti, abbandonando le scarpe e il trucco della mamma e che “cerchi strade uniche che commuovano i tuoi sensi”… il tempo saprà dire. Per ora il voto è critico ma positivo… sulla fiducia!!!!!
Voto: 7
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Autore: krazykat72@yahoo.it