Chilly Gonzales all’Indhastria

Fuochi d’artificio, fumo di sigaro, strade “perdute” e compagne rocambolesche. Arriviamo molto in anticipo sul luogo del misfatto dopo una cena da intoppo preceduta dalla “solita” riunione della redazione a casa di uno di noi (ti puoi fidare, è uno di noi).
Troviamo il cartello del locale ma sbagliamo entrata e ci intrufoliamo nella hall dell’albergo adiacente. Comodo, l’artista canta e dorme tutto in un colpo solo. Finalmente l’entrata giusta e oplà dentro il locale…vuoto. Attimo di smarrimento. Riprendiamo la macchina e andiamo a fare un giro per il lungomare di Giulianova…vuoto ma carino. Ritorniamo dopo mezz’ora. Risultato dieci persone in più rispetto a prima. Alla fine ne saranno 28 (le ho contate due volte, all’inizio e al termine dello show) compreso il fonico, il roadie del locale, la barista e il bigliettaio. Peccato “veramente veramente” perché il locale è carino, il concerto divertente, Gonzales un intrattenitore nato. Che si è fatto in quattro insieme alla sua compagna per “io entertengo tu” come ha continuamente ripetuto dal palco.
Le canzoni: bislacche esecuzioni dai titoli assurdi come Political Platform Shoes, Let’s groove again, Prankster Fly, You Snooze You Lose, Broadway (Take Me To) che ha eseguito due volte per il nostro piacere. Il sound: hip hop di scuola Cypress Hill ma virato all’europea, elettronica easy, pianole a bocca, scherzi, travestimenti continui e personaggi spassosissimi proposti in una sequenza continua, dall’esporatore, all’imbonitore televisivo, allo sportivo, a quello che si è appena svegliato “per tutto questo chiasso, accidenti!”. La sua classe l’ha dimostrata anche esibendosi al piano improvvisando “educatamente” con il pubblico. Attimo di pausa, accensione da parte dell’aiutante di un gigantesco sigaro a mò di fuoco d’artificio e via, è sceso a dare la mano ai presenti. Altra canzone, saluti e baci poi via, cartello con su scritto Guilianova, in posa con gli spettatori per foto di gruppo scattate dalla sua compagna. Ripeto: divertente, rocambolesco e “simpatico”. Peccato che siamo stati in pochi a godere dello spettacolo. Comunque la sua onesta ora e mezza se l’é fatta. Che altro di più?