Certamente la figura di Jerome Cooper non ha bisogno di presentazioni, basti pensare che ha avuto l’onore di collaborare con mezza città di Chicago e non. A partire dagli storici Art Ensemble Of Chicago, Anthony Braxton, Frank Wright, Cecil Taylor e addirittura qualche flirt con Sam Rivers. “In concert from there to hear”, uscito per la mutablemusic, raccoglie due diversi concerti di sole percussioni, che si sono tenuti rispettivamente al Roulette e alla Knitting Factory fra il 1995 e il 1998.Gli strumenti, oltre ad essere un’infinità, fanno intendere una chiara predisposizione per i sapori etnici e folcloristici. Infatti, il nostro, per un breve periodo della sua vita ha vissuto in Indonesia tentando di rispolverare vecchie sonorità gamelanesi. Dopo questa presentazione potrebbe sembrare chiaro che ci troviamo dinanzi ad un capolavoro, ma purtroppo la realtà è leggermente diversa. Anche se Cooper sfodera in tutti i suoi pezzi una qualità e conoscenza sia tecnica che emotiva invidiabile, il risultato finale può facilmente stancare. Gli episodi che a mio parere colpiscono di più sono la metropolitana Monk Funk dove un ritmo cupo e ossessivo, da quasi l’idea di trovarsi di fronte a qualche psicotico loop partorito da dj Spooky. Spunta fuori anche il classico standard di My Funny Valentine contornato per l’occasione da sonorità miste fra il lounge e l’etnico (l’uso della chiramia nella parte finale del brano). Si potrebbe annoverare anche la leggera aria acida di My Life, suite totalmente improvvisata per l’occasione, oppure la straziante e dura Goodbye Pork Pie Hat.
Dedicato ai patiti del rullante.
Voto: 7
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