Spero cominciate l’ascolto di questo cd concentrati e di buon umore: The Visibility of Thought, vi aiuterà molto per tutto il cammino del disco. Muhal Richard Abrams è stato uno dei tanti fondatori della AACM, ed oltre a suonare piano e sintetizzatore, detiene anche la figura di compositore alquanto ‘colto’ ed accademico. Ci troveremo di fronte ad un discorso con pochi rimandi jazzistici, legato maggiormente alla linea musicale contemporanea, in particolare americana. Per definire delle linee guida potremo tirare in ballo i giochi d’incastro e la poetica zen di Morton Feldman, il silenzio ‘rumoroso’ ed affascinante di John Cage, le composizioni pianistiche di Claude Debussy o l’aspra malinconia di Igor Stravinsky. Ad accompagnarlo in questo percorso sono diversi musicisti dell’ambiente, tra cui spicca il nome di Mark Feldman, Thomas Buckner, Joseph Kundera, Jon Deak etc..
Tagliente e malinconico si presenta duet for contrabass and piano, cupo e volutamente lento il duo fra il violino di M. Feldman ed il piano di J. Kumbera, lente e strazianti primeggiano le corde vocali di T. Buckner sulle note minimali e piangenti dei quattro archi.
La chiusura del disco vede Abrams in due prove solistiche, la prima: The Visibility of Thougt è un breve dialogo con sintetizzatore,sequencer e computer. Suoni e frequenze si alternano brevemente donando musicalità al silenzio più assoluto. La seconda, al contrario si tratta di una lunga improvvisazione per solo piano dove sembra trovare o desiderare rispetto al precedente, un senso maggiore per la ‘melodia’ e rifugiarsi maggiormente in atmosfere passate. Sicuramente l’episodio più personale e coinvogente del vecchio Muhal
Voto: 7
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