Passato, presente e futuro. Il nuovo disco di cover del gruppo di Tucson “doveva” essere un addio ai loro fan, l’assenza di un futuro cercato nel passato, in canzoni che definiscono le loro origini e ossessioni, riproposte in un presente mai così precario e indefinibile. Il continuo impegno del duo Burns/Convertino (sezione ritmica della band) nei Calexico, la frenetica attività solista di Howie Gelb, hanno sottratto tempo ai Giant Sand arrivando all’idea di un amichevole scioglimento, tanto da indurre la band a scrivere all’interno del cd “The retirement issue” come sottotitolo all’album. Ma l’esaltante esperienza della registrazione di “Cover magazine”, che viene dopo un capolavoro come “Chore of Enchantment” (2000) sembra aver in parte ridimensionato questo pensiero, come testimoniano le recenti dichiarazioni del leader Howie Gelb.
Abbiamo in mano un altro grande disco; l’originalità degli arrangiamenti, la varietà stilistica che ormai da tempo contraddistingue la band, da l’impressione che non si tratti di un disco di cover ma a tutti gli effetti di un lavoro originale dei Giant Sand.
Dall’iniziale, stupenda El Paso/Out on the weekend, (Howie Gelb ha confidato in una intervista che Neil Young è una vera e propria ossessione), alla successiva Johnny Hit and Run Pauline brano degliX, in duetto con PJ Harvey, dove il fervore punk dell’originale è rivisto in chiave acustica, interrota a metà brano da una dirompente rasoiata elettrica.
Proseguendo nell’ascolto incontriamo atmosfere Jazz, sonorità da saloon e Wiskey, canzoni folk sravolte in Giant style, ritmi latini, (mai come in questo disco il piano, suonato da Howie, è spesso protagonista) per arrivare alla bellissima cover di Nick Cave, Red Right Hand , trasformata in un delirante psycho-western.
Nel finale il leader coverizza anche se stesso, Blue marble girl, presente nel suo disco solista “Confluence” e il suo grande amico, scomparso pochi anni orsono, Rainer Ptacek, con una live version della già conosciuta The Inner Flame.
Un disco imprescindibile per approfondire la conoscenza di una band che dopo venticinque anni di carriera non smette di stupire.
Lunga vita ai Giant Sand……
Voto: 9
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