No, per carità, cominciare sta recensione con la solita terribile presa in giro del nome della band è una tale banalità… piuttosto partiamo dalle cose serie: dalla loro musica. I Trail Of Dead fanno indie, con qualche spruzzatina di emo e hardcore; ma lo suonano come se stessero eseguendo la nona di Beethoven, non certo per divertirsi, e si sente. Il risultato di questo terzo album è stato sicuramente un gran lavoro a tavolino che ha reso le canzoni di una qualità diversa (non maggiore attenzione) rispetto al passato.
Il loro stile è inconfondibile: con i loro testi arrabbiati e poetici e la musica spesso veloce ed incendiaria, grazie soprattutto ad un lavoro ritmico di prim’ordine. Però stavolta gli AYWKUBTTOD si sono concentrati maggiormente sugli arrangiamenti, lasciandosi spesso aiutare da violini e pianoforti che rendono l’esperienza ancora più profonda. La differenza sostanziale rispetto agli album precedenti è proprio questa: le canzoni non rimangono impresse al primo ascolto, ma si rivelano a poco a poco. “Source Codes & Tags” ha bisogno di tempo, studio ed attenzione; solo con un’adeguata apertura mentale il potenziale del cd viene fuori al massimo. Dalla stupenda intro di “Invocation” , alle prime note di “It Was There That I Saw You” e “Another Morning Stoner” , fino alle stupende “Baudelaire” , “How Near, How Far” e “Source Codes & Tags” .
Posso tranquillamente affermare che è uno degli album indie più belli che ho ascoltato, emozionante ed impegnativo allo stesso tempo. C’è solo da sperare che i Trail of Dead continuino a fare musica di questa qualità, nient’altro veramente. (Per gli appassionati: il cd è in mio possesso è un’edizione speciale con una traccia bonus finale infuriata: “Blood Rites” )
Voto: 9
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