In una fredda notte di ottobre 2000 a Darmstadt (Germania) si formarono gli Everest, decisi a diventare la locale band di punk rock per far pogare in allegria il pubblico. Però a quanto pare il progetto diventò presto più ambizioso e ora dicono di aver innalzato il loro sound ad un “misto di US College Rock, Punk e una buona dose di Emo”. Alla fine il risultato è un semplice incrocio fra Get Up Kids e Millencolin degli ultimi tempi, però ben riuscito.
Eppure gli Everest danno il loro meglio quando abbandonano le canzoni punk pop che fanno tanto piacere al pubblico giovanile e si avventurano in territori al limite con il progressive (in The World Comes Crashing per esempio, bellissima). Per carità, non è che il resto sia brutto, ma ascoltare certi pezzi suonati alla Offspring e accompagnati da testi “emoeggianti” fa un effetto decisamente strano. C’è da segnalare inoltre la presenza di un tastierista, il cui unico compito sembra sia rimediare ad un’eventuale incapacità dei chitarristi, visto che spesso si limita ad inserire dei riff qui e e lì. Ci sarebbe qualcosa da dire anche sulla voce del cantante, mi aspettavo qualcosa di meno rauco, è una voce perfetta per il punk rock ma nei cambi di tonalità arriva a disturbare un po’ l’ascoltatore. Sono rimasto infatti un po’ scioccato ascoltando la secret track, un pezzo di sola voce e pianoforte dove veramente sorge il desiderio di tapparsi le orecchie…
Comunque per un album di debutto non è niente male, anzi addirittura qualche canzone trasmessa per radio potrebbe avere un discreto successo anche all’estero (come la trascinante Oh My). Per il futuro ci sarebbe da fare il “solito” lavoro di raffinamento dei testi e stavolta anche della voce, ma se vi piace il genere aggiungete pure un voto e fateci un pensiero.
Voto: 7
Link correlati: