Nato dall’unione di due autori estremamente diversi tra loro, “What We Did” è un disco che si inserisce in quel filone “retro-acustico” sgorgato dal post-rock dei vari David Grubbs e Lambchop che si configura come un aggiornamento della tradizione americana (country e folk) attraverso l’utilizzo di una strumentazione contemporanea, un approccio orchestrale e un’esecuzione raffinata. Non stupisce tanto il nome di Dan Matz, che già con i suoi Windsor for the Derby è solito cimentarsi in simili esercizi filologici, quanto quello di Micheal Gira, già leader degli Swans, con alle spalle una ventennale carriera all’insegna del nichilismo più pessimista.
Il risultato di questa collaborazione a quattro mani non poteva non essere che travagliato e composito. A prevalere sono i momenti puramente acustici, il tenue e ossessivo riff di Pacing the Locks, la ballata floydiana Cold Creeping, il country convenzionale di Lines, nei quali i molti strumenti che arricchiscono l’arrangiamento (piano, sinth, effetti elettronici…) si perdono in lontananza. Altrettanto quiete e sommesse sono Brown Eyes e Waiting Beside Virago degne del repertorio dei Palace. Le eccezioni sono rappresentate dal mantra elettronico di 17 Hours, e dall’allucinata nenia minimalista di Sunflower brani nei quali finalmente prendono il sopravvento gli strati di elettronica.
Tutto sommato l’album soffre di un eccesso di pacatezza e seriosità che si vorrebbero profonde o intellettuali, ma che alla fine risultano essere un paravento per mascherare i propri debiti verso i primi anni settanta (Matz) o una senilità creativa incipiente (Gira). Alla fine il disco si salva solo per la classe innata dei suoi autori, ma non supera di molto la sufficienza.
Voto: 6
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Autore: maxosini@hotmail.com