Assolutamente delizioso l’ascolto di Felt Cover del progetto Charles Atlas, essemble composto dal chitarrista, ex Piano Magic, Charles Wyatt, dal tastierista Matt Greenberg e da Alexander Kort che interviene in alcuni brani arricchendoli con suggestivi interventi di violoncello.
Felt Cover è il loro terzo lavoro dopo Two More Hours e Play The Spaces ed è la prima importante uscita per la promettente Static Caravan.
Miniature Lifeboat apre il disco con irruenti abrasioni in sottofondo mentre un minimale gingle di piano si ripete con circolarità; tuttavia il disco prosegue su binari differenti rivelandosi alquanto fluido, rilassato e non meno intenso.
La materia sonora proposta è frutto di un armamentario strumentale vario ma usato con assoluta esiguità.
Fluide melodie di organo, sporadici interventi di tromba, minimali fraseggi di chitarra creano brani dall’elevato grado emozionale che scivolano leggeri come nuvole sospinte dal vento, soffici come batuffoli di cotone eppure così incisivi e intensi da lasciare un profondo segno nell’ascoltatore.
Come se i PanAmerican azzerassero le loro pulsioni dub e dessero spazio ad un feeling più jazz, onirico e crepuscolare, che in alcuni momenti sembra avvicinarsi incredibilmente all’Angelo Badalamenti di Twin Picks (Hinged and Still, Valdivia).
Un mood decisamente malinconico, intimista che ammicca ai suoni di stampo 4AD (gli stessi Piano Magic attualmente sono sotto contratto con la suddetta) ma che comunque riesce a mantenersi ben alto dal pessimismo più bieco o dalla più piatta catatonia.
Un lavoro altamente suggestivo, quasi cinematografico per la sua capacità di creare immagini e ridestare ricordi assopiti, sul quale sembra aleggiare un sottile e piacevole senso di leggerezza e disincanto.
Assolutamente delizioso.
Voto: 8
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