Incredibilmente c’è qualcuno in Italia che ha sentito parlare dei Choke, tutto sommato lo posso anche capire. Tirando le somme è decisamente la band punk canadese più famosa: i loro due album precedenti (‘‘Needless To Say’’ e ‘‘Foreword’’) hanno venduto più di 5000 copie ciascuno, risultato per il Canada, sicuramente notevole. L’unico motivo per cui non sono diventati famosi è da ricercare nella distribuzione (limitata solamente al Canada) e ai loro cinque anni di tour esclusivamente nel Nord America. Hanno suonato come band di supporto per signori come No Use For A Name, Strung Out, AFI e Bad Religion.
Questa loro ultima fatica è piuttosto attesa da fans e critici, che li hanno sempre osannati come band che guarda al futuro. Forse è veramente così, il loro suono a metà strada tra At The Drive-in e Fugazi spesso riesce a stupire e ad incantare l’ascoltatore. Soprattutto in pezzi riuscitissimi come l’iniziale ‘Far From True’ (l’intro è meravigliosa), la spezzatissima ‘Every Word’, l’impegnata ‘Fallout Leader’ …
Insomma il sound è veramente fresco e difficilmente stanca, aiutato anche da una produzione praticamente perfetta. Le uniche critiche da muovere all’album sono comunque la mancanza di qualcosa che lasci veramente coinvolto l’ascoltatore e la voce.
Ci torno spesso sulle voci nelle recensioni, ma stavolta devo dirlo: ci sono parecchi a cui il cantante Clay non piacerà, e l’ho sperimentato io stesso facendo ascoltare l’album ad altri. Io non l’ho trovata così terribile, è sicuramente particolare, ma ovviamente devo essere obiettivo e considerarlo comunque un punto di discussione. I testi poi non sono niente di esaltante, alcuni sono chiaramente ispirati agli At The Drive-in ma non raggiungono l’incomprensibilità di questi ultimi, sono come sospesi in una specie di limbo. I Choke restano comunque una band da tenere d’occhio, e questo è un album veramente ben fatto e da avere per chiunque abbia voglia di un bel po’ di emo/hardcore fresco e gustoso, che d’estate ci vuole.
Voto: 9
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