Se un tempo la musica d’avanguardia trovava facilità espressiva attraverso l’uso dei pianoforti (preparati), strumenti a fiati, il sax sopratutto, oggigiorno sembra essere la chitarra lo strumento preferito o comunque sempre più usato per meticolose e profonde immersioni nei meandri della ricerca sonora.
L’austriaca ‘Durian’ non è nuova a produzioni del genere, dove la conduzione spetta unicamente ad un solo strumento che a sua volta assume l’aspetto di un vero e proprio ‘ensemble’
Disordered Systems è un progetto ideato e suonato da Barbara Romen e Gunter Schneider con Helmut Lachenmann solo in veste di compositore.
Sfogliando il foglio informativo non può non saltare all’occhio il modo in cui viene presentato Salut for Caudewell di Lachenmann: come uno tra i pezzi scritti per chitarra più importanti del ventesimo secolo.
Sinceramente lo trovo un tantino esagerato, senza voler togliere nulla alla composizione, abbastanza lineare e matematicamente unita nelle sue quattro parti. Credo che esistano opere più importanti o basilari per il secolo appena trascorso.
Rimangono però affascinanti i suoni tagliati e sezionati degli armonici e la voce quasi recitante incastrata chirurgicamente fra una nota e l’altra (sembra di ascoltare qualche lontano pezzo di Klaus Shultze).
Scorrendo i brani si arriva poi all’ascolto di Disordered Sistems, dove l’approccio musicale sembrerebbe cambiare di poco se non fosse che questo pezzo è stato composto per la bellezza (non dico bugie) di 13 chitarre, più che mai preparate e modificate nella propria essenza originale.
Poco meno di 23 minuti di musica liricamente minimale dove la tensione sembra non avere nessun posto. Semplice e scorrevole come un ruscello d’alta montagna dove riflessione e meditazione sono le uniche emozioni esistenti.
Né un capolavoro, né uno di quei lavori che passa sotto voce. Semplicemente una breve vignetta di tre giovani musicisti.
Voto: 7
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