Torna con un disco finalmente alla Van Morrison il nostro “Belfast Cowboy”, torna splendidamente protagonista dopo le collaborazioni con Lonnie Donegan e Linda Gail Lewis, due pause per divertirsi secondo me, un tuffo ( rigenerante? ) nella sua musica come lo Skiffle, il Rock and Roll e il Country, generi che hanno accompagnato la sua giovinezza fino alla “maturazione californiana” di un trentennio fa. E si perché li è cominciato il “Morrison-style” ovvero un condensato di Jazz-Soul-Blues-Country-Irish Folk reso alla perfezione in dischi come “Moondance”, “Tupelo Honey”, “Saint Dominic Preview” solo per citarne alcuni. Pochi passi falsi nella sua corposa discografia , dovuti più che altro alla “spigolosità” del suo carattere che non alle scelte musicali , che sono sempre state portate avanti con coerenza , basti pensare anche solo agli ultimi dieci anni , ai suoi “Hymns to the Silence” il “Live in San Francisco” e “The Healing Game”, ed ora a cinque anni da quest’ultimo e soprattutto in linea con quest’ultimo ecco il nuovo “Down the Road” dove con nostro sommo piacere si riaffaccia ancora quella splendida alchimia sonora che si chiama “Morrison-style”. Molti diranno che Van Morrison ha fatto ancora lo stesso disco , ma non è così , la cosa giusta da dire è che questa volta Morrison è ancora se stesso , guai se non fosse così perché lui insieme a pochissimi altri è un punto fermo nel nostro universo musicale e deve essere immediatamente riconoscibile proprio perché ha un suo stile , proprio perché è Van Morrison e basta. Ascoltiamoci l’epicità espressa nell’iniziale Down The Road o il suo marchio di fabbrica nelle ballads What Makes And Irish Heartbeat , Steal My Heart Away o The Beauty of Days gone by oppure la sentitissima interpretazione di Georgia on My Mind senza contare poi i Jazz-Blues di Meet Me in The Indian Summer e Choppin’Wood. Ho citato solo alcuni titoli di sessantadue minuti splendidamente morrisoniani , portati avanti con una band stringata fatta semplicemente di chitarra , piano , armonica (Morrison) , basso e batteria con una dose leggera di fiati molto “Memphis Soul” e la sempre grandissima voce di Mr.Morrison. Se non ci fossero come minimo quei dieci capolavori assoluti alle spalle di questo, cinque stelle sarebbero doverose , ma quattro per esserci in questo modo vanno più che bene.
Voto: 8
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Autore: letitrock@tiscali.it