(Durian 2002)
Copertina minimale, informazioni presenti sul sito quelle strettamente indispensabili e non una di più, tipo che gelato preferiscono o il colore della macchina del sassofonista. Che si chiama John Butcher al tenore e soprano, coadiuvato da Werner Dafeldecker al contrabbasso, chitarra e manipolazioni elettroniche, Michael Moser al violoncello, Burckard Stangl alle chitarre.
Proseguendo l’approccio “minimale” possiamo dire che la musica, scissa nei 5 pezzi dell’album è un composto di microinterventi di strumento singolo che tentano di creare dei cluster armonici dotati di significato saturo. Il tentativo è quello di fornire il ‘sentire’ e il senso dilazionandoli in microfrequenze scollegate sia tra i vari pezzi che all’interno delle composizioni stesse. Gli interventi suddetti si ricombinano con “suoni” prodotti elettronicamente, vengono filtrati da questi e si impastano in una sorta di test di laboratorio, prove acustiche che tengono molto in considerazione uno “strumento” non citato ma molto presente: il silenzio. Oppure lunghe esecuzioni a nota singola intrecciate, tendenti a creare sottofondi disturbati di prospettive ambientali non propriamente vivibili. Interessante.
Voto: 7
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