(Wallace Records 2002)
Nuova uscita per l’etichetta indipendente italiana Wallace Records, nuovo album del gruppo romano Zu, intitolato ‘Igneo’.
Ulteriore conferma per una band ,quella dei simpaticissimi membri (verifica effettuata con intervista, a presto su codesto sito con tanto di recensione del concerto di Terni), quali Jacopo Battaglia alla batteria, Massimo Pupillo al basso e Luca Tommaso Mai al sax baritono e alto.
Come se non bastasse il disco è stato registrato e missato da Steve Albini nel suo studio a Chicago, gli ospiti presenti nei solchi sono Ken Vandermark al sax tenore, Joe Bishop al trombone e Fred Lonberg-Holm al violoncello, tre dei nomi che stanno ridefinendo la scena improvvisativa di Chicago. Passando come d’obbligo all’ascolto ripetuto (necessariamente dovuta la ripetizione per la salvezza sonica dell’anima) si resta quasi stupefatti da “cotanta e cosiffatta” classe e stile nell’esecuzione dei loro brani, mai così energicamente “suonati”. Infatti cosa che colpisce favorevolmente è che gli Zu, oltre ad una tecnica perfetta che sfiora il virtuosismo senza però ricaderne nelle secche autocelebrative e tale da permettere loro di spaziare dalla A alla Z dell’improvvisazione/free jazz/cacofonia dolce come il miele e tremendamente stimolante, uniscono un’energia ed una carica che li fa trasfigurare in un iperaccelerato ed incazzato (a ragione, dato che sta giustamente sempre dalla loro) gruppo post-harcore, post-punk (di quello buono), post-tutto. L’album potrebbe essere la risposta a molti interrogativi sul senso dell’esistenza non solo musicale, basta leggere i titoli di alcune delle composizioni presenti: The Elusive Character Of Victory oppure Solar Anus, Arbor De La Esperanza Mantenente Firme, Monte Zu, o l’ultima intitolata Mar Glaciale Artico. Mai titolo fu così azzeccato dato che dopo che la puntina o il laser ha finito di girare il silenzio che segue è tipico di un rito sciamanico andato a buon fine, di un colore (bianco) che porta la pace nella mente e nel cuore, di un ordine che il trio, supportato da graditi ospiti alla tavola della musica, cucina ridefinendo e riattualizzando le geometrie del caos. Ogni strumento dopo ricerca catartico/improvvisativa in assolo si combina agli altri nella fulgida geometria frattalica di un un fiocco di neve sonica che ricopre appunto il mar glaciale artico del disco, con una cosa in più: il calore del loro trasporto nel suonare/vivere la musica che amano. Sorgente che miracolosamente si riattiva ad ogni ascolto. Approfittatene quindi nei momenti bui e freddi della vostra esistenza, la pila termica Zu è a vostra disposizione. Per finire “la classica frase retorica”: un vero e proprio capolavoro.
Voto: 10
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