“The Grey Knowledge” è il secondo lavoro dopo 20 goto 10 per i Beef Terminal o per meglio dire per Mike Matheson unico responsabile della sigla (dietro la quale non si nasconde alcun significato, dice Mike, solo il nome di un edificio localizzato a Toronto) e della musica contenuta nel cd in uscita per la Noise Factory Records.
Il disco è una collezione di brani strumentali, arricchiti da sporadiche incursioni di frammenti di conversazioni, carichi di un’abbagliante emotività e di atmosfere impalpabili e sognanti.
Servendosi di una batteria elettronica, qualche intervento di organo e minimali, ma tanto incisive, linee di basso, Matheson dà vita a brani che vivono essenzialmente dell’uso vario e articolato della sei corde il cui suono è sempre chiaro e cristallino (mai appesantito da un sovraccarico di effetti mai fine a se stesso in un prolisso autocompiacimento).
Un’album dai toni malinconici, ricco di suggestioni oniriche, di languide ballate dove fluide armonie disegnano trame che attraversano i meandri più oscuri ed introspettivi della psiche umana per poi proiettarsi verso orizzonti ariosi ed esotici.
Ad emergere, in definitiva non è il singolo brano, più o meno riuscito, ma il mood generale dell’opera così da rendere “The Grey Knowledge”, non una collezione di canzoni che vivono di vita propria, ma un flusso di suoni ed emozioni che si susseguono senza soluzione di continuo.
Un lavoro fascinoso, tanto piacevole all’ascolto quanto sfuggente, difficilmente catalogabile.
Ad impreziosire il tutto troviamo un’incredibile cover, abilmente interpretata da Mike, firmata A.Lennox / D.Stewart (Eurythmics): This City Never Sleeps.
L’unico brano realmente cantato.
Una scelta indubbiamente coraggiosa ma pagata da un risultato sorprendentemente alto ed affine al resto dell’album, così da amalgamarsi completamente con le sognanti dinamiche del nuovo lavoro di Mike.
Voto: 8
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