Diverso tempo fa rimasi colpito nel leggere un articolo ricco di elogi nei confronti di una label capace di coniugare nuove ricerche sonore e vecchie incisioni di musicisti dimenticati.
Il problema, però, era rappresentato dalla scarsa reperibilità e dalla totale assenza distributiva all’interno del nostro (bel) paese.
Adesso che il problema è stato risolto, ho avuto il piacere di entrare personalmente in contatto col mondo Elevator Bath.
Il battesimo, in particolare, è stato ascoltareTrois Chambres D’inquiètude della compositrice francese Michèle Bokanowsky, figura non poco rilevante del panorama elettroacustico novecentesco. La sua carriera raccoglie diversi anni di studio e ricerca perpetrati insieme al padre fondatore della cosiddetta ‘musica concreta’: Pierre Shaeffer. Importanti sono anche gli esperimenti di ricerca musicale con l’uso del computer effetuati insieme alla connazionale Eliane Radigue.
Le tre stanze d’inquietudine, da cui prende il titolo il disco, formano un’unica composizione divisa in tre pezzi (poco più di 27 minuti) ricchi di campionamenti ed effetti sonori a mio parere difficilmente riconducibili al periodo in cui furono composti (stiamo parlando del 1976).
Il brano iniziale, forse il più efficace e variegato, sovrappone con ironia lamenti infantili, rudimentali sonorità ambientali ad una base ritmica vagamente techno.
Per le tracce che seguono il discorso si modifica assestandosi principalmente su atmosfere dilatate e oscure, sfiorando attimi profondamente isolazionisti.
Carino e ben congegnato: Trois chambres D’inquiètude è musica scritta ‘ieri’ per ascoltatori di ‘domani’.
Voto: 8
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