Non appena finito di parlare dell’esperienza solista affrontata da Annette Krebs su Fringes Records (eletto da Kathodik promo del mese di giugno), l’irrefrenabile Giuseppe Ielasi torna alla carica col proporci un nuovo interessantissimo ascolto. Unite le forze per l’occasione insieme con la newyorkese Intransitive, nasce il terzo volume (i primi due usciti rispettivamente per la Wrk e la svedese Hapna) delle registrazioni a vasto raggio effettuate dal nipponico Toshiya Tsunoda.
Tsunoda da diversi anni sonda, anche insieme al collettivo Wrk, le diverse possibilità uditive offerte dallo spazio che ci circonda.
Descrivere le tecniche utilizzate da Tsunoda nel costruire la propria musica non è una cosa semplice o da esaurire in poche parole (e da questo punto di vista la spiegazione minuziosa dell’autore all’interno del libretto sui metodi e strumenti adoperati per l’occasione assolve al gravoso compito). L’eclettismo del musicista giapponese in fatto di sperimentazioni acustiche è infatti sorprendente (famose ad esempio le sue installazioni: come quella in cui permise ai visitatori di un museo di ascoltare tramite l’uso delle cuffie i rumori della stanza stessa cui si svolgeva l’evento).
Nel caso di “Extracts From…” il modus operandi di Tsunoda si fonda principalmente sull’applicazione di microfoni, sensori e microdispositivi piezoelettrici in ogni oggetto e luogo a noi comune: bottiglie, cavi, tunnel, motori, condotti, banchine portuali….insomma ovunque. E l’incredibile risultato sono pieces costituite unicamente da vibrazioni (interne od esterne) per niente prive di una propria liricità e di un proprio magnetico trasporto.
Un consiglio?
Meglio lasciare completamente da parte la teoria ed abbandonarsi come una valanga in discesa alla poesia sonora di ogni brano di “Extracts From …”. In fondo non sono le sensazioni provate in ogni istante di immersione auditiva quelle che contano?
Buon ascolto micro-sismicamente emozionale.
Voto: 8
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