(Kitty-Yo/Wide 2002)
L’apertura delicata concessa alla voce dell’artista norvegese Tone Avenstroup fa pensare ad una virata completamente cantautorale, ma i sani vecchi transistor ritornano quasi subito a vibrare, delineando la linea seguita dai Tarwater in questo nuovo album. Che è sì elettronica ma molto più “acustica” del solito, segno della continua ricerca verso la pop/electro song perfetta. Le coordinate della mappa espresse nei 12 pezzi sono abbastanza esatte dato che è permesso e concesso un grado di errore infinitesimale; ricordiamo che è grazie a questo margine che si continua a “fare e sentire” musica oggi. Dopo la precisazione d’obbligo diciamo che ogni tassello sonico è delicatamente umano ed elettronico al tempo stesso, con ad esempio energiche intrusioni di archi e chitarre in Metal Flakes, effetti psichedelici di vecchia data in Tesla, minimali progressioni hip-hop seguiti da sint sbilenchi in un ritornello paranoico/delizioso in Now. O ancora ritmi trance e cantato/recitato mistico in Miracle Of Love, percussioni tantriche del musicista Nicholas Addo-Nettey (membro in passato della band di Fela Kuti) in Phin, accompagnate da odori e sapori mediterranei che pervadono tutto l’album. Ascoltandolo e riascoltandolo, ogni loro brano segue l’altro nel creare uno stato di trance, di rito sciamanico quasi a ricordare i padri putativi (uno a caso: Kraftwerk) di questo rinascimento Krautrock di cui i Tarwater fanno parte (ne hanno tutte le carte in regola). Dolce elettronica, chissà dove ci porterà?
Voto: 8
Link correlati:Kitty-Yo