AA.VV. ‘The Alcohol EPs’

(Silber Records 2002)

“The Alcohol EPs” raccoglie tre artisti, e amici, intenti nel descrivere e raccontare in musica problemi e stati d’animo legati all’uso dell’alcol. Altro filo comune che lega questi tre EP è l’uso fondamentalmente di una strumentazione acustica, prima fra tutti la chitarra.
Il cd si apre con sei pezzi di Remora, ossia Brian John Mitchell (tra l’altro fondatore dell’etichetta che pubblica il presente album, la Silber Records), il più poliedrico dei tre. Se, infatti, alcuni dei riferimenti principali in pezzi come I Told Jesus Christ How Much I Love Her, First Call, Built o Hope is Gone possono essere Michael Gira, Willie Nelson o gli Smog di Bill Callahan, nel catartico Oblivion viene in mente con facilità Glenn Branca. I toni sono forse un po’ troppo melodrammatici, addirittura parodistico il lamento di Hope is Gone, ma l’ep si lascia apprezzare per una complessiva unità di intenti.
Si prosegue con quattro brani di Pale Horse and Rider, progetto solista di Jon DeRosa titolare di altre esperienze sonore con lo pseudonimo di Aarktica e Dead Lives Rising. In questo episodio, registrato su un 8 tracce a casa dello stesso De Rosa, il risultato è un folk bello, pulito e ben fatto anche se piuttosto impersonale e incapace di andare oltre il mero esercizio di stile.
L’ultimo EP, forse il più bello, è quello di Nathan Amundson, qui presente sotto il nome di Rivulets. Originario dell’Alaska, trapiantato a Minneapolis, Nathan è già stato titolare di altre esperienze con le etichette Chairkicker’s Union e, ultimamente, Bluesanct. Ognuno dei quattro pezzi di questo Ep brilla di luce propria. La forza di questo artista sta proprio nella sincerità, che non concede spazio all’autocommiserazione. La musica di Rivulets ricorda molto il Nick Drake più “scuro” e le “malinconie” del primo Paul Simon.
Complessivamente questa proposta dell’americana Silber Records di unire tre artisti nella prova di raccontare un tema così personale come può essere l’alcolismo è meritoria, oltre che musicalmente, anche per la sua valenza sociale.
Mi piace chiudere questa recensione con la frase riportata alla fine dei crediti nella quarta di copertina del cd:
“Substance Abuse is Not Glamorous”.

Voto: 7

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Autore: dsoricet@iol.it