I Landing sono un essemble originario dello Utah attivo sin dal 1997 e responsabile già di numerose pubblicazioni per diverse etichette americane: Circuit (Music Fellowship, 2001), Oceanless (Strange Attractors, 2001), Seasons (Ba Da Bing, 2002) sono le maggiori, più altre tra singoli, Eps, cassette e collaborazioni varie.
Fade in/Fade out è la loro ultima creazione, un EP di lunga durata (37 minuti circa) che speriamo possa avere un immediato seguito visto l’elevato livello qualitativo della musica qui contenuta.
Cinque composizioni di rara bellezza, probabilmente tra le più ispirate mai composte dai Landing.
Siamo dalle parti di una psichedelia eterea, dilatata, impalpabile fatta di soffici note vibranti che fluttuano in aria in una totale assenza di gravità e corporalità e che sembrano acquisire una dimensione più terrena quando, come in Against the Rain, tra rarefatte divagazioni soniche emerge una flebile voce che, più che cantare, sembra sussurrare.
O come in Constellations dove un acustico arpeggiare di chitarra si fa strada tra assordanti feedback e soffici note di synth.
Con Whirlwind, invece, il suono dei Landing ritorna a viaggiare dilatato ed onirico con una celestiale voce femminile che sembra vocalizzare una suadente ninna nanna stellare.
Immobile, statica, sognante ma scossa da una miriade di brulicanti vibrazioni, colorata da una pioggia di scintillanti note di una chitarra che sovente sfuma in roventi distorsioni mantriche mentre un’ovattata batteria, quasi sempre in secondo piano, in lontananza, sembra scandire il pulsare vitale di un’entità cosmica che permea ogni cosa.
Un ottimo lavoro.
Voto: 9
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