(List-en 2002)
Seconda prova, la prima si intitolava ‘Basal’, per questo artista tedesco, tale Jurgen Heckel, residente a Parigi ormai da molti anni. Approccio francese, che cerca di smussare i teutonici spigoli di questo album, opera di elettronica molto ma molto minimale , quasi a livello di microfrequenze. Le quali, disturbate da riverberi ed echi claustrofobici, disegnano gli assi cartesiani dell’ambiente post-Eno e meno umano che l’artista si sforza di creare. L’ ascoltatore naviga a vista, illuminato da microfoni posti all’interno dei timpani e si gode un po’ angosciato o annoiato per la verità, questa esplorazione sonica delle frequenze della malinconia.L’opera non convince a pieno, composto di partenze ma non di ritorni; non si trova una melodia che si può orecchiare (obiezione molto primitiva ma efficace) per molto tempo. Opera di passaggio per chissà dove ma non per qui.
Voto: 6
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