(Matinee Records 2002)
Gli Sportique si formano nel 1997 per mano di Gregory Webster e Mark Flunder. Il primo è l’ex cantante e chitarrista dei Razorcuts, indie band inglese dei tardi anni ottanta, il secondo è l’ex batterista dei Television Personalities. Ai due si aggiungono ben presto Amelia Fletcher alla voce e alle tastiere e Rob Pursey al basso, entrambi con un passato in Talulah Gosh, Heavenly, Marine Research e Tender Trap. Gli Sportique nascono dunque da un incrocio fra il punk inglese e il pop lo-fi di casa K Records. E proprio questo incrocio è forse la migliore descrizione per la musica contenuta in “Modern Museums”, pubblicato in Uk dalla Where It’s At Is Where You Are e in Usa dalla Matineè. Un album breve – solo 9 pezzi per 24 minuti di musica – ma estremamente piacevole nel modo in cui riaggiorna il post-punk di gruppi storici come Alternative Tv, Magazine, Wire e Buzzcocks, aggiungendovi un tocco pop che smussa gli spigoli rendendo la produzione al tempo stesso grintosa e piacevole. Fra riferimenti all’arte contemporanea più oscura e alla filosofia punk, il disco scivola via in fretta. La title-track apre le danze con una batteria incalzante e un riff ripetuto, Cerebral Vortex inizia grintosa con il supporto di un organo Wurlitzer per poi abbandonarsi a un refrain più lento che scandisce “We’ll never understand this world”, Art & Shopping è sixties-pop sbarazzino e travolgente, The Dying Fly è quasi beat, Definition Seventy-Nine ricorda i giorni del boom del punk in Inghilterra, Icestorm e Obsessive chiudono il disco nel migliore dei modi, con cori e refrain che entrano in testa con estrema facilità. Gli Sportique non cambieranno la storia della musica e non avranno idee particolarmente innovative, ma sono sicuramente un gruppo da tenere in considerazione per chi ama il post-punk e il lo-fi con influenze sixties.
Voto: 7
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