(Touch And Go 2002)
Si stentava a credere che dall’assolata e calda San Diego provenisse una band tanto sghemba, malata e cupa dal nome altrettanto altisonante (La processione del cuore nero).
Tre album “malsani”, ipnotici, dove il piano lamentoso e la stralunata voce di Pall Jenkins (ex Three Mile Pilot), creavano un indefinibile stato di catartica trance nell’attento ascoltatore. L’allegria se non del tutto assente era certo un labile bagliore in una notte senza luna, mentre l’alba non era altro che un miraggio. Tre capitoli (I titoli degli album sono le rispettive sequenze cronologiche), di un libro gotico di antiche paure.
“Amore del tropico”, già dal titolo, dà l’impressione che qualcosa stia cambiando, che la luce sia più intensa e l’inizio del disco lo conferma; l’intro di The End of Love, pochissimi secondi come premessa, seguita da Tropics of Love, dal ritmo latino, cori femminili ad accompagnare una chitarra”noir”, (sarebbe perfetta in un film di David Lynch) e l’inconfondibile voce lamentosa di Jenkins. Bellissima canzone. Broken World è ancora “atipica”, ballata coinvolgente con una stravagante chitarra a creare una bella melodia, mentre Why I Stay è una “country” song dall’andamento pigro dove la voce del leader scende in basse tonalità per lui inusuali.
Con The Invitation ritorna protagonista il pianoforte, che caratterizzava i precedenti lavori in un brano che è la quint’essenza dei Black Heart procession che conosciamo; echi di Nick Cave, ritmi lenti, è una melodia che ha bisogno di tempo per essere apprezzata pienamente. Stesso discorso per A Sign On The Road, Sympathy Crime , The Visitor e The Waiter #4, che sono i brani che hanno un maggior collegamento con il passato.
Did You wonder invece ha un ritmo sostenuto e un sapore vagamente new wave, A Cry For Love è una soul ballad rivista in stile “Procession”, mentre Only One Way è uno degli episodi più riusciti e diverso dell’intero lavoro; ritmo “allegro”, una melodia facilmente memorizzabile per l’unico potenziale “singolo” di “Amore Del Tropico” e dell’intera discografia della band.
La conclusione è affidata ad una lenta ballata acustica dal sapore country, dove la voce molto riverberata crea un’atmosfera retrò ed un degno finale ad un disco riuscitissimo.
Voto: 8
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