(Mantra 2002)
Davvero demoniaca la parolina easy listening… nevvero?
L’attitudine elettrosoft del trio londinese si rivela davvero in grado di condurci per ogni dove, confondendoci, sorprendendoci, ammaliandoci con ogni moina pop di cui i dolci ritmi sintetizzati e le languide vocals di Sarah Cracknell siano capaci. “Finisterre” è la conferma del sapiente vagabondaggio intrapreso dai nostri nei territori della popedelia house d’autore verso un’improbabile cyborgizzazione ibrida tra Air, Laurent Garnier, Le Hammond Inferno, Bjork vestita di striature Brit e chi più ne ha più ne metta.
Provate ad accostare a tale proposito il minimale martellamento da elettro body music soltanto accennata di Amateur al candido canto orchestrale condita di fusion rimescolata di Language Lab, oppure l’hip hop interrotto da ritornello da paccottiglia da classifica di Soft Like Me all’etereo Morcheeba sound di Summer Isle fino alle ovattate sonorità Kaftwerkiane di B92. Viene da chiedersi come mai, conclusasi una traversata di quasi cinquanta minuti tra eterogenee rievocazioni disco music anni ’80 (Sade per Stop and Think it Over o Pet Shop Boys per Shower Scene), spruzzi di elettronica minimale con cassa fissa (vero e proprio incubo da sempre per chi scrive) e suadenti dolcezze patinate in perfetto lounge style, non si abbia mai per un solo momento voglia di premere stop. Il multiforme dejavu che “Finisterre” propone ai suoi ascoltatori è talmente raffinato da rendere attuale l’esperienza sia per chi non ne abbia usufruito ai tempi, sia per chi l’aveva relegato a sbiadita immagine kitsch-mnemonica. Perfino le sottili inquietudini di The More You Know si stemperano in un electro-prog morbido e cullante da levitazione mistica e il soffice parlato della conclusiva title-track è un carezzevole incedere in sobrie dolcezze sonore senza tempo.
D’altronde come dice Sarah nella sopracitata Soft Like Me: “Do You Wanna Be…. Don’t you wanna be… Soft Like Me?”
Of Course We Want, Miss….
Voto: 8
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