Percorso cronologico saltellante fra realtà computerose, cracker, tracker e net-artist. Ovverosia il perchè di tanto tempo passato a bruciarsi la retina di fronte a un monitor.
E difficile dire quale sia o quando sia nata la prima netlabel. Certo è che dobbiamo richiamarci alla nascita della cosiddetta demo-scene, di quasi un ventennio fa, quando nell’Europa centro-settentrionale si cominciavano a far vedere i primi gruppi organizzati di cracker e i loro contest di cracking all’ultimo bit. Programmatori, ma anche grafici, organizzatori e trackers, diedero vita alla scena demo, ed è proprio con essa che le prime release di pezzi d’arte digitale cominciarono a fare il giro del globo, consentendo ai pochi che allora possedevano una connessione ad internet di scambiarsi il proprio materiale (si parlava di swapping). Nei primi anni novanta si pensò bene di organizzare veri e propri contest tra appassionati (le cosiddette compo), parliamo di eventi quali il Mekka&Symposium, The Party, The Gathering. Trackers e coders da tutto il mondo si riunivano e si confrontavano sui quattro canali, sugli 8-bit, sulla particolare inventiva che ognuno di loro era in grado di proporre. Cominciarono ad esser messi on-line i lavori migliori, e da lì il passo fu breve alla nascita di organismi/gruppi che pubblicassero il proprio materiale on-line. Artisti si riunirono, si diedero un’organizzazione e un manifesto, e nacquero le netlabel.
Già nel ’95 il mondo delle netlabel si fa sentire nei club e nelle discoteche underground in UK, gli artisti sono molto prolifici e la qualità dei loro lavori migliora di volta in volta: Tokyodawn, Mono-posse, Rebound, Milk, queste le netlabel/posse storiche, le più stimate ed ambite. Ed alcune personalità attuali dell’elettronica hanno ivi le proprie radici (Brothomstates di Warp, Lackluster di DeFocus/Merck, ecc..).
Da allora, la ‘tendenza’ net music si è sempre più diffusa sino a potersi incorniciare in un vero e proprio fenomeno artistico-culturale.
Tuttavia, si sta perdendo lo ‘spirito di gruppo’ presente nella prima scena netmusic: esistono uno o due b0ss, il più delle volte artisti essi stessi, alla ricerca di artisti per le proprie etichette. Mono (nasce nel ’96 ed è netlabel dalla seconda metà del ’99), di estrazione puramente demo-scene, cominciò col pubblicare moduli per poi passare a release mp3-only, ed è attualmente tra gli l’organismi più ‘invisi’ del circuito: la cui attuale politica selettiva (da un anno a questa parte) sembra basarsi sulla presenza o meno di contratti con altre pro label da parte dell’artista interessato a pubblicare. Ciò crea un fermento tale tra gli artisti che è stato facile assistere alla nascita di nuove label o musicgroup, o all’ingagliardimento di altre/i già esistenti. E chiaro che la ‘politica’ di Mono punta sulla promozione vera e propria degli artisti, che probabilmente vedranno incrementate le proprie vendite in seguito all’interesse suscitato (si faccia attenzione: la qualità delle release Mono è molto elevata), ma è altrettanto palese come Mono vada sempre più a configurarsi come “organo promozionale” piuttosto che come netlabel. E anche vero che il meglio della scena musicale free proviene proprio dalle sue fila, si pensi che quasi tutti gli artisti che vi hanno pubblicato hanno prima o dopo stipulato contratti con major dell’elettronica: parliamo di personalità quali Lackluster aka Esa Ruoho (ora su DeFocus, U-Cover, Merck, Rikos), Esem (Neo-Ouija), Ilkae (Merck, Civik), Machine Drum (Merck), Proem (Merck, N5MD), .. Ciò ha portato chiaramente al modellamento di una piccola fazione artistica avversa alla ‘linea mono’, e la direttiva puramente selettiva seguita da h0l (b0ss e fondatore di Mono) è spesso fraintesa e si traduce per molti in “pubblichi su mono solo se già hai un contratto”. Tenendomi ben lungi da ogni eventuale criticismo che in questo caso sarebbe assolutamente fuori luogo (non pensate a Mono come al cattivone di turno, anzi, si trattava solo di un esempio), chiarisco alcuni punti. Non si creda che il meglio della musica free mondiale vada a finire nelle mani della più volte citata netlabel: ben più selettiva e quasi elitaria è Tokyodawn Records (che tra le altre cose vanta un manifesto tutto italiano), di Prymer e Krii, che novera tra gli artisti il meglio del panorama breakbeat/chill out/deep house professionistico e non. Inoltre, Tokyodawn si distingue per il fatto che le release sono pubblicate in formato Ogg (in poche parole la versione open-source di mp3), esempio seguito da altre netlabel ma in nessun altro caso preso come formato esclusivo. Al pari di Mono, Tokyodawn è una delle mete più ambite dagli artisti e da tutti i tracker in genere (continua a pubblicare moduli, anche se è più di un anno che non se ne vede uno), ma come si è detto è altamente selettiva: e si tenga in considerazione anche il fatto che da due anni a questa parte le release Tokyodawn sono esclusivamente quelle degli artisti membri (Mono ad esempio da netlabel quale è ha solo guests), testimoniando in tal modo la presenza di una elite di trackers/musicisti nella scena cui è difficile accedere. Tra i più recenti successi, Tokyodawn si è guadagnata la nomination agli online_music_awards come best label. Le differenze di età non contano assolutamente (come se dovessero contare..), e non è raro trovare gemme giovanissime facenti parti di agognate elite artistiche (Opiate è entrato a far parte di Tokyodawn e Miasmah a 16 anni, Toshiaki Ooi di Inpuj a 15, Vexion di Inpuj, Merck, Civik a 14).
Alcune netlabel soffrono invece di un problema di sovrapproduzione, che ahimè risulta controproduttivo: Kahvi e Ronin (e per un breve periodo anche Ogredung) sono chiari esempi. La prima delle due si affacciò alla scena con personalità quali Xhale, Vae e Lackluster, per poi ridursi a pubblicare release su release con frequenza settimanale: non bisogna dimenticare che il popolo internet e la disponibilità di connessioni con buoni compromessi alta velocità/basso prezzo è estremamente variegato e non tutti si possono permettere una tale mole di download con tal frequenza, anche perché come si suol dire “il troppo storpia” (altre label al contrario sanno creare aspettativa, come Inpuj o Subverseco).
Esistono anche le cosiddette sublabel, divisioni di netlabel madri che variando tra più generi mantengono un controllo differenziato delle release, e cdr-label che mettono a disposizione release on-line e cdr a prezzi del popolo (il solo costo delle spedizioni e per la produzione, stampa, masterizzazione del prodotto). La stessa Mono si suddivide in mono211, monotonik, mono-rave-ik e no’mo, Tdr in Tokyodawn e Tokyo2051.
E tuttora difficile trovare netlabel che pubblichino musica (non solo elettronica) a 360 gradi, essendo la concorrenza e la qualità media delle release talmente elevata da non permettere mediocrità né tantomeno sufficienza; ciò tuttavia facilita la ricerca di un eventuale artista in cerca di pubblicazione: può esser contattato dalle stesse label o essere preso più facilmente (magari con qualche accorgimento da apportare alla release per essere perfettamente fitting con la label). A parte alcuni casi di cui già si è discusso, la restrizione di genere non deve spaventare, perché anzitutto le label pubblicano la _buona musica_ e ciò che veramente piace (spesso anche se il genere esula un po’ da certi canoni non ci sono grossi problemi), e a volte si scende un po’ a compromessi (faccio riferimento al fitting di cui prima ho detto). Ci sono ovviamente dei casi singolari.
In merito a quanto discusso finora, approfondiamo ulteriormente il discorso guesting cui già si è accennato, e riprendiamo in considerazione quanto lasciato in sospeso qualche riga fa.
Ho ritenuto opportuno a tal proposito scambiare quattro chiacchere con alcune personalità della netscene: ho rivolto alcune domande ad Arghprkl, Hellven, Camomille, Corrupt.
Jobe (Jori Kemppi), dalla Finlandia, co-fondatore e artista della netlabel arghprkl, alla domanda ‘avete molte submissions per arghprkl?’, risponde:
“Non siamo proprio sommersi dalle submissions, ma sorprendentemente sono ancora molte, se consideri il fatto che non sapevo neanche esistesse gente qui fuori nella “scena post-tracker” o come la vuoi chiamare che fosse interessata a questo genere di roba. Non abbiamo molta competizione, anche quelle label che hanno pubblicato del noise hanno in realtà solo uno o due pezzi di questo genere. Le altre label del campo di cui noi ci occupiamo si focalizzano il più delle volte su ambient, IDM, forse un po’ di clicks’n’cuts, quel genere di cose..”.
Quindi devo dire che siete piuttosto selettivi, e molto focalizzati.
“Sì, dobbiamo esserlo. Questo genere particolare di roba non ha molta esposizione da altre parti, quindi penso qualcuno debba focalizzarsi su di esso.”
Come e quando è nato il progetto arghprkl?
“Da una discussione su IRC tra me e Junkfood. Non ricordo di chi fosse l’idea.”
Come vi siete conosciuti? La demo-scene o la tracking-scene vi hanno aiutato in qualche modo?
“La tracking-scene credo. Se ricordo bene, Skrebbel introdusse Junkfood nelle release Zaag e ci conoscemmo da lì.”
Pensi che la net-scene abbia aiutato in qualche modo a diffondere il genere di musica di cui tu ti occupi?
“Forse non proprio il genere di musica cui arghprkl si sta focalizzando (è relativamente underground anche “qua fuori”), ma altri tipi di cose, sì.. per come la vedo io, alcune record labels tengono d’occhio le netlabels più di successo, come Mono.”
Questo è un punto interessante. Si è ultimamente creata un po’ di antipatia verso Mono e la sua linea operativa..
“Non rappresenta un problema per me. Si sta creando un’attitudine “commercial bad!” nella scena, tuttavia non so se è questo il caso. Ma l’attitudine c’è.
La net-scene è certamente un buon mezzo per mettersi in mostra. È più “diretta” della scena “reale” (anche le minor labels hanno a che fare con stampa, masterizzazione, distribuzione, ecc..). Comunque, è triste vedere che a volte l’attitudine anti-RIAA sembra rivolgersi a chiunque abbia in qualche modo pubblicato commercialmente, perché ci sono tante minor labels qui fuori di tutto rispetto.
Ed è molto strano.. io sono un vero appassionato di musica e non so cosa pensare quando qualcuno su #trax, un musicista, afferma che non pagherebbe un album una volta in vita sua.”
Kaneel (Guillaume Richard da Rouen) di Camomille criticizza invece le relazioni esistenti nella netscene, “esistono delle ‘famiglie'” -dice- “.. e ci sono gli ipocriti, e buoni gruppi sconosciuti e altri gruppi mediocri ultra-supportati. Attualmente non è molto difficile essere pubblicati, è anzi molto arduo esser conosciuti, è una faccenda diversa: ora si tratta di stare un sacco su internet e pubblicizzare il più non posso. Prima invece il più conosciuto era il migliore.”
Ho voluto inoltre approfondire il discorso sullo ‘spirito di gruppo’ cui prima si è accennato; Melvyl (aka Xavier Dang) di Hellven mi è sembrata la persona giusta:
So che Hellven è anzitutto un musicgroup e ogni release è molto controllata, tuttavia accettate anche guests.. Qualche tempo fa lessi un file di informazioni su Hellven, e parlava di ‘versioni’ e artisti diversi. Puoi dirmi qualcosa al riguardo? La fondazione di Hellven, gli artisti che hanno dato il loro contributo, gli ideali del musicgroup..
“Ho creato Hellven nel tardo 1998, allora era estremamente amatoriale e nulla degno di tanta attenzione.. non aveva connessioni con qualche scena o roba del genere.. era quasi un segreto, una cosa familiare (ride).
Tra gli artisti popolari avevamo Heatseeker e Zaril, che sono nel gruppo da allora.
Nel ’99 decidemmo di seguire un asse un pò più serio, divenne versione 2.0 e si diresse su coordinate più o meno elettroniche. Spuntarono nuovi volti come Xerxes, Solo e Rs3 (tra gli altri) e il gruppo maturò in termini di releasing. La versione 3.0 venne nel 2000 e segnò una grandissima evoluzione con Hunz, Scirocco, Funkymuskrat (Stalker dei Five Musicians) e Sorcen (Necros dei Five Musicians e The Alpha Conspiracy). Iniziammo ad ottenere più esposizione e più contatti con la “scena” e altri gruppi e netlabel.. Hellven è veramente un gruppo familiare, alcuni di noi si conoscono da tanti anni, molti sanno dei problemi degli altri, la maggior parte chatta giornalmente.. e rispettiamo la nostra musica; il che crea un buon contrasto.. anche se le releases possono essere molto diverse in termini di stile, si adattano al meglio nel gruppo.
Collaboriamo con alcune conoscenze o altri artisti ogni tanto con guest releases, ma vorremmo mantenere la nostra identità, e possibilmente evolvere con essa.”
Voci dicono che Hellven si stia allontanando dalla scena per qualcosa di più ‘serio’. È un segreto? Puoi dirmi qualcosa?
“Saremo ancora felicemente connessi alle altre netlabels e degni gruppi. Stiamo solo provando a farci conoscere dalla gente, da altre scene.. potremmo pubblicare un cd per metterci più in vista, o farci mandare dalle radio, roba di questo genere.. penso di parlare per tutti quando dico che se potessimo fare carriera come musicisti e preoccuparci di meno dell’idiozia così mondana del lavoro in società, sarebbe bello (ride). Anche se ciò non cambierebbe molto, esporsi è una buona cosa e noi vogliamo condividere il nostro sogno e la nostra arte.
Hellven riguarderà tuttavia sempre free music releases. Ci stiamo solamente ‘disconnettendo’ totalmente con la demo-scene, perché sentiamo che lo spirito non c’è più; che sia divenuta una farsa; e anche che il più delle persone nella scena non hanno i requisiti per apprezzare, analizzare e individuare la buona musica.”
La netscene è una scena autosupportata, fatta dagli artisti con gli artisti per gli artisti. Il colossale servizio Scene.org (di md/merck^tpolm e altri), il mirroring di Genosha ed altri sono evidenti prove del fatto che l’ipocrisia ha sempre avuto un valido avversario da affrontare.
“È bello sentire nuova musica da nuova gente.” (Vile Eriksson aka Crud, b0ss di Corrupt ed artista)
La scena in Italia non è delle migliori, fatta eccezione per Ogredung (attiva come netlabel dal ’99), Tu’mp3 e la neo-nata Anomolo, cui va ad aggiungersi il progetto Ko_lo firmato Recycled Area (gestione e mantenimento di Alberto Seveso) e singolari episodi di net-releasing (Degradazione Digitale di Microsuoni, il recente SpectruMp3, pagine personali degli artisti..).
La Net Music e ciò che comporta sono altamente sottovalutati, in parte a causa del problema della compressione sonora, in parte a causa della questione ‘commercial bad!’ che abbiamo valutato precedentemente, e tante altre influenze che abbiamo cercato di evidenziare nelle mini-interviste.
È bene che la netscene sia correlativa e complementare alla ‘real scene’? Che sia una nuova forma di antagonismo artistico?
Certo è che molto si è visto, e personalmente non credo sia ora il caso di starsene seduti a osservare cosa stia per accadere. Se la nostra vita artistica ha senso per i grandi progetti che è capace di esprimere, possiamo esimerci dal rischiarla con la sperimentazione, in ogni ambito?
Una scena giovane, tra l’arte dell’essere artista e l’arte per l’arte, velata da un senso di inganno ma anche di opportunità.
“Arranchiamo, in tale modo, ogni passo che ci avvicini sempre più alla comunicazione intersoggettiva, e più si fa presso i nostri occhi il limite, esponenzialmente sarà maggiore la fatica, poiché, credo, le strade per raggiungere le verità che si desidera sono sempre tortuose, e più ambiamo al generale, più bisogna affrontare ogni singolare problema nel dettaglio” (dal manifesto di Ogredung, parole di Dhemofoonte aka Luca Balsanelli).
di Emanuele Rodolà
Links:
Ogredung – http://www.ogredung.org
Arghprkl – http://arghprkl.inpuj.net
Corrupt – http://corrupt.t2u.com
Camomille – http://camomille.32k.org
Eerik Inpuj – http://www.inpu.net
Anomolo – http://www.anomolo.com
Tu m’ – http://www.tu-m.com
Insine – http://www.insine.net
Subverseco – http://www.subverseco.com
Hellven – http://www.hellven.org
Ko_lo – http://www.recycledarea.co.uk/kolo
No Type – http://ww.ntoype.com
Mono211 – http://www.mono211.com
Tokyodawn – http://www.tokyodawn.org
J’ecoute – http://jecoute.cjb.net
Mo’ Playaz – http://moplayaz.cjb.net
Kahvi – http://www.kahvi.org
Language Lab – http://ll.planet-d.net/
Kikapu – http://www.kikapu.com
Enoughrecords – http://enoughrecords.com/
Milk – http://milk.scene.org
Kyoto Republik – http://kyoto.scene.org
Miasmah – http://www.miasmah.com