Dell’inattualità, dell’amnesia, del sorgere e tramontare e di mille altre cristallini riflessi.
Lucente e meraviglioso come le argentee perle all’interno della copertina, liquescenti sferzate fuzz e psichedelia dell’anima per il debutto dell’”equazione perfetta del rock’n’roll” dall’Oxford dei primi novanta. Una band come gli Swervedriver appare con la scadenza delle comete, un disco come “Raise” è un dono di Dio per i folli, Deep Seat la più bella dilatazione di noisedelia ondeggiante scritta negli ultimi 20 anni…Quasi nessuno lo notò, finirono in qualche sparuta copertina superficialmente (quanto impropriamente) associati alla scena shoegazing e la voce di Adam Franklin (che non sarebbe mai stata più la stessa negli album successivi, come non lo sarebbe stato più il sound dell’intera band dopotutto) resta lì a sussurrare un paradisiaco canto nel vuoto dell’oggi ai deprimenti ‘Figli di una Chrysler’…
Mauro Carassai
Melodia e potenza in miracolosa simbiosi, come un pugno sferrato in faccia fasciato con un guanto di velluto.
Andrea Palucci
Sentirli adesso e pensare a dieci anni fà; un raro caso di ritorno al futuro e ancora più raro caso di miopia musicale. Psichedelia come non ne fanno più, di quelle di una volta, chitarre voce e tanta voglia di andare, basta andare. Finisco dicendo che ‘naufragar m’è dolce in questo mare di feeeeeeeeeeeeeeedback!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!’
Marco Paolucci
Attaccano gli Swervedriver di “Raise”… cominciano i primi dubbi. Che anno era, cosa volevano, che pensavano? Forse che la chitarra è unica e molteplice allo stesso tempo (basti immergersi nel finale di Sunset). O che liquefarsi in una pentola pregna di gentile e contorta psichedelia sia l’unico modo per esigere attenzione e gloria. Ma…così non è stato.
Poco importa l’importante è perseverare non elemosinare.
Sergio Eletto
Quasi quasi… per spirito di contraddizione… odio dell’uniformità… volevo farlo. Ti stronco gli Swerve… eh? Sisisis!!
Solo che come uno stronzo sono andato a metter su il disco… e patapumfete. Si placano gli spiriti, si cambia espressione, si assume uno sguardo strano. No non mi guardo le scarpe. Me li godo. Me li godo alla grande. Sicuro che tanto sta cosa non potranno rubarmela. Nella mia testa non ci sarà mai un revival di questo. Mai!
Mi lego Feel So Real, Sandblasted e Son of a Mustang Ford intorno al collo e corro in verde campo di lava fiorita… come nel miglior, confuso, fuori luogo, tardivo sogno neopsichedelico. Macchine polverose e whawhaloop a carezzarci il viso.
Luca Confusione
Giganti incompresi in una terra di nani……Soavi melodie elettriche, perfetta sintesi di un modo di fare rock che ancora oggi non ha degni rappresentanti……Al di là delle mode e dei clichè, potrebbero essere inglesi (lo sono), americani o marziani……Maledettamente sottovalutati.
Mauro Pettinari
Psichedelia con schitarrate noise: che vi devo dire… roba troppo inconsistente e flebile per i miei gusti….. mi piacicchia solo Sandblasted ma mi sa troppo di Dinosaur Jr, il resto…due palle che non vi dico.
Diego Accorsi