(Ache Records 2002)
Poco meno di quattordici minuti per più di quattordicimila ascolti assicurati.
Scosse adrenaliniche di questa portata non se ne sentivano da molto, molto, molto tempo (più o meno da quando i Mudhoney licenziavano quel primo ineguagliabile “Superfuzz Bigmuff” o da quando il marchio Amphetamine Reptile non si era ancora ridotto a vuota formula per il rifferama di tremila gruppi anonimi).
Il minimalissimo duo di Toronto (basso ipercompresso/iperdistorto, voce e batteria) cerca di racchiudere un potenziale d’energia noise rock davvero incontenibile nelle sei devastanti tracce di questo Ep.
Operazione del tutto impossibile.
La violenza-irruenza-elettricità minimal rock letteralmente deborda dall’impianto spazzando via metà della vostra collezione di dischi garage punk, metà delle patinate band di giovincelli fintorock alla Vines, metà dei vostri neuroni. Squassi tellurici regalatici da riff minimali alla Action Swingers, cantato filtrato truly rock’n’roll e pop ridotto a brandelli sanguinanti per brani come Too Much Love; storie di droga, prostitute, drinks condite da assurdi intermezzi Kraftwerkiani per Do It! (Live) ; apoteosi del cattivo gusto e distorsioni deraglianti tra Surgery e Stooges per My Love is Shared; amicizie distrutte, inanellamenti di basso protonoise, urla sguaiate Jesus Lizard style e ritornelli ultracoinvolgenti per Loosing Friends, con aggiunta di improbabili filastrocche degne dei migliori Butthole Surfers e isteria da Nirvana post-elettroshock per If We Don’t Make It We’ll Fake It.
Irrefrenabili, sgrammaticati, (auto)ironici allo stremo, con un voltaggio energetico oltre il livello massimo e un piglio quasi no wave, credibili proprio per il fatto di essere in due (è una mania) e suonare come se fossero in venti. Da togliere il fiato.
Stanchi stancolini stancolucci di essere alle prese con i ridicoli gossip dei fratellini di biancorosso vestiti? Lasciate gli States e puntate dritto sul Canada.
TOTALE.
Voto: 10
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