(Autoprodotto 2002)
Un paio di giorni or sono, destino ha voluto che, a illuminare quest’ultimo, grigio scampolo di 2002, sia finito nella mia cassetta delle lettere il cd di un quartetto americano (di London, CT, per essere precisi) che risponde al nome di Low-Beam e che non avevo mai sentito nominare prima.
Va da sé che non ho perso tempo e che ho quindi inserito immediatamente il cd nel mio lettore e quello che ne è uscito è, per la gioia delle mie orecchie e del mio cuore, un suono molto delicato, emotivamente profondo (per non dire pungente) e punto d’incontro di un’ampia gamma di influenze e fonti di ispirazione, senza mai finire con l’essere meramente derivativo né dare l’idea di un gruppo che non sa esattamente in quale direzione muoversi.
Le sei canzoni che compongono questo cd offrono melodie dreampop-oriented, sempre a metà strada tra serenità e tristezza, luce e buio, alba e crepuscolo. Un continuo succedersi di stati d’animo, nel quale si intrecciano il lirismo dei Mazzy Star, l’innocente voglia di fuga verso l’etereo degli Slowdive, la sublime e irrequieta malinconia degli Yo La Tengo e il profondo e oscuro malessere dei Joy Division. Il tutto è sostenuto da una sezione ritmica mai esuberante e combinato con sobrietà, senza spigolosità né repentine variazioni del tema, con un levigato approccio a bassa fedeltà che contribuisce una volta di più a dare al sound dei Low-Beam una propria precisa connotazione pur in presenza di tanti punti di riferimento.
A rendere il tutto ancor più godibile contribuisce l’onnipresente, dolcissimo duetto vocale della tastierista Jaimee Weatherbee e del chitarrista Charles James, teneri e discreti nel loro alternarsi e accompagnarsi a vicenda, esplorando, con semplicità e tenendosi alla larga da luoghi comuni, temi quali quelli dell’amore e delle emozioni nelle relazioni umane d’ogni giorno.
E’ un peccato che le canzoni siano solamente sei e lo sfumare dell’ultimo brano, Roses, ci lascia sconsolati con una insopprimibile esigenza di ascoltare ancora e di più e un senso di impotenza per l’essere, al contrario, “Fashionable driving songs” giunto al termine. Ci auguriamo quindi di trovare un altro cd dei Low-Beam nella cassetta delle lettere molto presto, possibilmente prima della fine del 2003.
Voto: 8
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Autore: acrestani@telemar.it