Quell’indefinibile accordatura dell’essere
Che il blues sia il genere musicale più conosciuto è cosa nota e giusta. Perché e percome non è molto nota e abbastanza ingiusta, a meno che non vogliate porvi fine leggendo questo libro intitolato ‘Blues On My Mind’, scritto dall’esperto di vocalità afroamericana Luciano Federighi ed edito dalla casa editrice L’Epos di Palermo . Dopo una breve introduzione che chiarisce il perché della scelta di parlare del blues, di capire e trasmettere la propria visione e il proprio ascolto blues, l’autore passa a trattare nei vari capitoli la struttura e tutti aspetti che compongono lo stile e il messaggio della musica del diavolo. Vi riesce sempre avvincendo e non annoiando, analizzando con perizia e particolare cura filologica alcuni testi, necessariamente una selezione, ritenuti più rappresentativi e indicativi di una certa simbologia e forma di cantato/descrizione della vita, capaci di raccogliere l’essenza del blues nella cultura afroamericana e di riflesso nella nostra. Vediamo e leggiamo quindi le figure caratteristiche e i rispettivi cantanti che parlano di blues della sofferenza e dell’incubo, oppure di blues dell’amore, della solitudine e del tradimento, e altro ancora fino a fornire al lettore una mappa e una “metafisica” del blues, senza mai scadere in facili e banali luoghi comuni.
Per completare la riflessione l’autore conclude l’opera con una completa ed esauriente biografia, oltre che un’aggiornata discografia in cd, ritenendo imprescindibile unire alla lettura anche l’ascolto. Per capire chi siamo e perché ci piace tanto quella manciata di battute. Consigliato.
Marco Paolucci