(Quatermass/Audioglobe 2003)
Il dolce torpore di quest’album è in grado di mesmerizzare estaticamente chiunque vorrà immergersi nel suo ascolto.
I dieci episodi di “Televise” inghiottono l’ascoltatore come sabbie mobili e la voce poco più che sussurrata di Aurelio Valle resta come sommesso canto delle sirene a far da cornice alla seducente catastrofe…
Il minimal rock dei Calla non è mai stato così liricamente e meravigliosamente stagnante, così poeticamente limaccioso, così psichedelicamente vischioso.
Se nel precedente “Scavengers” l’uso di sibili sintetici e di campioni elettronici era al servizio di atmosfere sofferte e notturne come quelle del Nick Cave dei tempi d’oro, il nuovo lavoro del quartetto newyorchese si ancora invece più saldamente alla classica strumentazione rock. In “Televise” ci sono infatti brani più sensibilmente orientati verso il post-rock (come dimostrano le algide incursioni dei riff sghembi di Televised e Strangler), senza per questo rinunciare ai frammenti digitali, che ora diventano però levigatamente accessori e decorativi come in alcune delle soluzioni di casa Aesthetics. Davvero notevoli poi anche i tentativi di aperture psichedeliche alla Arab Strap (sempre però splendidamente ‘frenati’ o comunque contenuti nei limiti del sobrio) come nella parte finale di As Quick As It Comes/Carrera, e il costante riferimento all’ ‘azione rock’ degli ultimi Mogwai che riesce ad aleggiare su tutto il disco senza ghermirlo e trascinarlo nell’abisso del ‘già sentito’.
Diverse composizioni, anzi, risultano davvero spiazzanti come nel caso di Monument, uno dei pochi brani credibili nel cercare di rendere con una chitarra elettrica sonorità e profumi surrealmente orientali; altre ci regalano un’infinità di delicatezze wave (Pete the Killer), altre ancora ruotano attorno a piccole strutture di folk acustico imploso su sé stesso (Surface Scratch), un po’ come se Smog suonasse wave…
Un equilibrio perfetto tra tutti questi elementi e una personale vena intimista bastano a fare dei Calla una tra le bands più interessanti in circolazione e di questo disco uno dei titoli da tenere presente quando sarà ora di compilare la playlist del 2003.
Davvero intelligente e suggestivo.
Serve altro?
Voto: 8
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