(Kitty Yo/Wide 2003)
Non so se il signor Jimi Tenor si aspetti qualcosa da questo cd. Non so cosa voi vi aspettiate da questa mia recensione. Fate come vi pare.
Avrete solo il racconto di un tizio che ha messo su il cd e… toh! Funky, soul, visioni di salotti ben riscaldati e forniti di un’ampia
scorta di liquidi ambrati da versare in capienti e oblunghi bicchieri. Ci si alza, si prende in mano la copertina, bellina, leggi i nomi degli autori e vedi che c’è ancora lui di mezzo. Di nuovo le spalle sul letto, lasciandosi cadere. Ti rivengono in mente certe cose assurde.
Assurde. “Superfly” (e vedetelo sto cazzo di film, che merita), Prince e Beck in un solo corpo (meno dell’ultimo), Quincy Jones con una buona dose di eclettismo zappiano, ma anche certe atmosfere hard 70s con tanto di fuzzy-guitar persa in assoli autoreferenziali. Prima uscita di Jimi per la Kitty Yo (nuova label dopo aver lasciato la Warp ed esser tornato per due uscite all’etichetta degli inizi, la Sahko Recordings) in questo 2003 quanto meno incerto, rappresenta la piacevole continuazione di quanto precedentemente ascoltato del nostro autore finlandese. Insomma cosa possiamo aspettarci dalla sua testa e dalle sue mani adesso, niente elettronica che non sia vintage e niente feel che non sia
quello di una band o addirittura di un’orchestra (in alcuni pezzi del cd infatti!). Siamo più dalle parti di “Out of Nowhere” che da quelle di “Utopian Dream” se vogliamo metter giù un termine di paragone. Come detto all’inizio, un cd da cui non si sa bene cosa
aspettarsi ma che può regalarci piacevole relax cerebrale se solo ci si tiene ben lontani da qualsiasi dissertazione da rivista al passo con i tempi e considerazioni da storiografi infatuati dell’attualità del messaggio. Insomma that’s entertainment o no?
Voto: 7
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