(Mego 2002)
Decisamente a mio agio con materiali del genere.
A mio agio con Massimiliano Sapienza e quello che ne consegue. Cioè quello che produce, di sonoro, visivo o parlato-scritto (‘l’odio per l’arte è una fonte di ispirazione continua’ semplicemente delizioso e pop).
Di questa sua interpretazione elettronica oltranzista avevamo già avuto un assaggio nella sua uscita per Fallt (“Invalid Object – Var”) e in “Hey Babe, Let Me See Your USB and I Will Show You My Firewire” su Mego, ma qui andiamo ben oltre.
Esplorazioni intrafrequenziali, campionamenti tagliati con i denti, autoreferenzialità computeristica (sbaglio o sento una vecchia stampante ad aghi?), poesia granularizzata.
Crushing e sottrazione di bit metteranno a dura prova i vostri riproduttori. Il suicidio dell’alta fedeltà in un paesaggio, però, che concede anche oasi sonore insperate e carezzevoli come batuffoli di carta vetrata nelle orecchie.
Dodici pezzi in cui decostruzione e mascheramento son eufemismi pop da applicare a una massa sonora non indifferente, mentre ci si delizia con l’umorismo da nerd alienato e gratuitamente represso che contorna il tutto.
Prendetelo, ascoltatelo e rallegratevi di conoscer qualcuno che nel nostro paese riesce a sembrar alieno quanto l’otaku dei nostri sogni.
Voto: 8
Link correlati:Massimo Page