(Potlach 2003)
Chi una volta ascoltava ambient dovrebbe prestare un’orecchio a questo
cd, mi riferisco proprio ai seguaci di situazioni come Nono Orchestra o
Vidna Obmana. Parrebbe detta in questa maniera una provocazione ma la realtà
forse non si rivela essere poi tanto distante dal mio personalissimo pensiero
sconnesso. L’evoluzione di certa scena avant negli ultimi anni ha creato
musicisti di generazione aliena e scintillante che grazie probabilmente alle continue
incursioni in territori dove la rarefazione e la stratificazione regnano sovrane
hanno sviluppato propensioni esecutive una volta impensabili. Le possibiltà
concesse dall’elettronica e la contaminazione in genere è caratteristica
peculiare ed oramai anche un tantino abusata volendo ma senza ombra di dubbio
risolutiva nel creare concezioni sonore di tale portata.
Il nulla è vicino ma se sanguina in questa maniera ben venga il
nulla.
Questi sono i musicisti di nuova generazione e come tali devono essere assolutamene
ascoltati in quanto punto di contatto assoluto fra esperienze tanto distanti come
potrebbe essere un Main ed un Coltrane. Dei primi ritroviami il
gusto dell’aria, quel senso assoluto di libertà esecutiva e di lancio
senza paracadute, quel costante senso di precario, di chiusura quasi definitiva
ed autistica. Del secondo ritroviamo l’alto senso spirituale, il controllo e la
fluidità; l’eleganza.
Brevi frammenti di quotidiano disagio, pensieri incomunicabili che affollano le
notti insonni; gioia di vivere.
Tutto sembra essere assolutamente impalpabile ed oscuro, il senso di tracollo
emotivo sembra ad un passo ma poi una lieve armonia ed un schizzo corale ci ricordano
che poi tutto non è dramma ma anche scherzo di amanti giocosi.
Uno scintillio indistinto che ci costringe a socchiudere gli occhi.
Voto: 8
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