(Loose 2003)
Giovane cantautore da Chicago al quinto lavoro, Chris Mills propone un mix tra tenere ballate dal sapore country e brani più energici dal sapore pop. Essere cantautori in senso classico non è facile di questi tempi; o si ha una grande personalità e una spiccata verve compositiva o si rischia di confondersi nell’oceano dei vari nuovi Dylan, Springsteen, Neil Young, Mellencamp……sparsi nel mondo. Compito non facile riuscito a pochi, un esempio è Ryan Adams, ex leader dei Whiskeytown, ora protagonista di una brillante carriera solista, dotato di una prolificità impressionante è di indiscutibile talento, o al meno conosciuto Matthew Ryan autore di tre ottimi lavori; ascoltando “The Silver Line” non sembrano presenti né la freschezza sonora e compositiva del primo né la personalità del secondo.
Il disco si ascolta piacevolmente, soprattutto gli episodi più intimi come Suicide Note, I Could Not Stand To See You, Lullaby, acustiche e “sentite”, mentre gli episodi elettrici (The Silver Line, Sleeptalking, Floorboards) scadono spesso in un rock dal sapore mainstream ai quali non viene in aiuto la piatta produzione, soprattutto nei suoni di chitarra.
A volte una ventata di “novità” è data dall’uso dei fiati, poco usuale in questo genere, ma spesso non fanno che appesantire i brani senza renderli migliori.
L’onestà non manca in Chris Mills, ma è sicuramente troppo poco per emergere dall’oceano.
Voto: 6
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