(Fatal-Recordings/Wide 2003)
Secondo album, dopo il debutto avvenuto quattro anni fa, della cantante e membro fondatore degli Atari Teenage Riot, Hanin Elias su etichetta Fatal-Recordings.
Progetto aperto e non solo etichetta, questo nome indica la filosofia di cui la nostra autrice ne è la punta di diamante, la possibilità cioè per artisti di ambo i sessi di creare e lavorare a progetti prediligendo strumenti musicali elettronicamente dotati. Un assaggio per gradire e capire lo abbiamo ascoltando le tracce che compongono quest’album ripieno di buone vibrazioni e citazioni senza colpo ferire.
Ascoltate la nenia post-tecno di Catpeople dove scenari dolceamari vengono snocciolati in un recitarcantando di buona fattura, proseguite per il girone elettropunk senza rigore di sbagliare con One Of Us , chiacchieratamente cantato con l’altro artista dell’etichetta di nome C.H.I.F.F.R.E., oppure You Suck dove sembra di ascoltare i Beastie Boys che si sono presi una cotta per le tastierine elettroniche ma le hanno rotte prima di portarle a casa per scartare la confezione.
Nulla di ultra originale per carità: siamo sinceri, la nostra chiaramente ha passato parte della sua infanzia a sentire e risentire cose come i Suicide, come i Kraftwerk, non possiamo negarlo e spero che non lo faccia lei. Ci sembra poi di vederla che cresciuta e desiderosa di smanettare strumenti elettronici incontra in questi anni in un pub Chilly Gonzales e si scambiano le idee su come deve essere un ritmo elettrofunk con salsa cool-tartara. Ma e dico ma senza ripensamento, il disco gira e gira ma non stanca, anzi piace e ripiace, quasi una colonna sonora per Natural Born Electronics, film di prossima uscita nelle sale della mente. E poi i pezzi scritti per lei da J. Mascic (vedere alla voce No Games No Fun chitarrone e tecnogioia), da Merzbow (lo stesso vedasi Rockets Against Stones, le pietre le masticano per suonare meglio), qualcosa vorrà pure dire. Voi statela a sentire.
Voto: 7
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