(Geographic/2002)
Disco breve = recensione breve. Dal clan dei Kudo, dopo lo splendido“Rice Field Silently Riping In The Night” firmato Reiko (cinque stelle e assolutamente da recuperare), arriva un’altra nugget. I Maher Shalal Hash Baz sono un collettivo guidato da Tori Kudo, del quale fa parte la stessa Reiko, un terzo appartenente alla famiglia e altri musicisti ancora. Fra le righe si possono intravedere scampoli di lunatica psichedelia barrettiana e infantili melodie alla Jonathan Richman, cantate da una voce maschile un po’ malata, tipo Lou Reed, e contrappuntate da vaporosi vocalizzi femminili che fanno molto Stereolab. Il tutto è riscaldato dalla presenza di un clarinetto basso, morbido come un sole di primavera. L’acqua, elemento attorno a cui ruota il concetto di tutto il CD, accarezza i dieci brani duttile e flessuosa, cullando non solo i suoni e le voci di Tori Kudo e compagni ma anche le sensazioni di chi ascolta. I dieci brani, devoti a una sana attitudine lo-fi, si dividono in parti eguali fra registrazioni di studio e registrazioni dal vivo. Solo quindici minuti ma valgono un’eternità. (no ©)
Voto: 9
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Autore: Sos.pesa@tin.it