(Vengeance Records/Goodfellas 2003)
Cinque anni. Cinque lunghi, lunghissimi, dolorosi, piatti, indistinguibili anni abbiamo dovuto sopportare.
Ora basta! E’ ora di finirla!
Devono esserselo detto anche Lux e Ivy che, dopo diverse ristampe(benedette ristampe) per la loro Vengeance Records (attiva dal 1978), fanno uscire indipendentemente (insomma non per una major) questo nuovo lavoro. Era ora, esclamiamo mentre soddisfatti , zap zot pow zot, infiliamo l’agognato oggettino (ma è solo un cd! solo un cd? se la pensi così smetti pure di leggere amico) nel consono, e di sicuro fin troppo moderno, lettore.
Poche frazioni di secondo prima dell’inizio del lato musicale del gruppo vedo scorrermi (ma di sicuro vedrete anche voi) di fronte immagini patinate, tacchi a spillo, pose invitanti, occhi di mosche, copertine di singoli ed lp a perdita d’occhio, licantropi, drive in, aria notturna 50s, luci intermittenti da peep show, Duane eddy ed Elvis incollati insieme dalla parte sbagliata mentre si vedono un film di Russ Meyer senza tette (le attrici, a lui sono cadute quando hanno iniziato a crescergli i baffi), un palco pieno di sudore e schifezze kitsch… fra cui loro?
Dannati flashback. Mi sento strano.
Sono confuso, confuso (ironia della sorte?) da certe foto viste su the Wire, ma rinfrancato da altre e dal retro copertina assolutamente ignobile del, qui presente, ultimo lavoro (così così siiiiiii…) ovviamente immancabile nella collezione di un fan che si rispetti, comincio a pensare, riflettere(?), sul come possano venir recepiti i cramps oggi dai neofiti, ma sinceramente mi annoio alle prime sillabe della parola STORI…
Niente da fare, le analisi non fanno per i Cramps, ne per chi li segue. Vogliamo solo… more and more and more!
Maledizione, questi loschi figuri non deludono (bello sapere di poter usare qualsiasi luogo comune senza paura), nonostante qualsiasi idea mi sia o vi siate potuti fare, i rincoglioniti sono ben altri, lo sappiamo.
Preparatevi ad agitare ritmicamente membra e qualsiasi oggetto contundente troviate nelle vicinanze con fare estasiato e minaccioso, strabuzzate gli occhi e cercate di farvi vedere da quanta più gente possibile mentre ascoltate questo album… ne vale la pena. Anche solo per sentire che dicono (quelli che vi vedono).
Dall’inizio tribal rock di Big Black Wiitchcraft Rock alle scudisciate di fuzz di Hang Up passando per Papa Satan Sang Louie ci adagiamo piacevolmente sui nostri cuscini di chiodi marcati Cramps, sicuri di aver identificato il gene di tutto il rock… pennate reiterate su giù su giù…così sensuali nevvero?
Ce n’è ancora comunque, ed i precoci stiano a guardare: dai tremolii chitarristici Dr. Fucker M.D. nel quale ricompare anche un echo-theremin (combinazione che definire desueta è poco) al debitamente pestato boogie di Dopefiend Boogiez(allright alright), un po di ambientazioni exotic surf (Nazi Surfers Must Die interpretato da Les Baxter?) di Taboo fino alla lascivia blasfemo-sessual-gracelandiana di Elvis Fucking Christ. Mi sento appiccicoso anche io.
Che cazzo è quella bava bianca che vi esce dalla bocca… siete disgustosi… cazzo che schifo… io vi parlo di un bell’album e voi… uh… come? me ne date un po? ok ok, la accetto volentieri… ehi ma è calda… beh… co come dite? beh si si anche il resto del disco è bello. Ovvio.
Prendetevelo e… come? No. No, non lo cambio con altra bava… ne ho già abbastanza, grazie.
E poi… poi, io ho da fare… che pensate… Lux mi ha dato un compito… ha detto canta… canta finché non ti pestano… canta…
Doing the cuchicuchicuuuu… uuuuhuuuhuuhuuhuh!! Non vorrei fare altro tutto il giorno Lux… uuuuhuuuhuu… chucicu…uuhhh… beh non entra la chitarra?
Voto: 9
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