Dog Fashion Disco ‘Committed To A Bright Future’

(Spitfire/Eagle Rock 2003)

Avevamo già parlato dei Dog Fashion Disco in occasione del loro primo album, “Anarchists Of Good Taste”, il debutto di una band che suonava uno strano nu-metal psichedelico con diversi momenti jazz/rock/dance che sembravano usati più per farsi due risate e variare un po’ il tutto che non per un buon motivo.
Con questo secondo lavoro ero curioso di vedere cosa ci avrebbero proposto i cinque folli individui, e al primo veloce ascolto non mi sembrava niente di nuovo. Poi è arrivato l’ascolto vero e così pure il momento di rendere omaggio ad una band che sembra aver centrato in pieno l’obbiettivo. Adesso più che una copia alternativa dei System Of A Down, i Dog Fashion Disco sono diventati loro, hanno già un sound riconoscibile ma che non è affatto fisso.
In “Committed To A Bright Future” potete trovare pezzi lenti con stupendi assoli di sassofono (Deja Vu), momenti di fantastico trash metal intervallati da scambi progressive fra organo e chitarra e ritornelli emozionanti (Rapist Eyes, Love Song For A Witch) e addirittura l’irresistibile follia jazz alla Soft Machine del primo singolo Pogo the Clown. Intendiamoci, i DFD non sono affatto cambiati nei loro testi che parlano di omicidi, maniaci sessuali, aborti e altre chicche; ma allo stesso tempo nella seconda parte dell’album riescono a mettere in fila una serie di “atmosfere”.
Come quella strabiliante del naufrago di Castaway, dove i testi si trasformano in “il silenzio è una prigione, una futile disperazione” e ci si chiede veramente a che tipo di pubblico punta esattamente un album del genere. Se in una canzone si alternano momenti da circo, a ritornelli alla Blind Guardian a pezzi hardcore… a chi esattamente potrei consigliarla?
Quindi, mentre il debutto era un album perfetto per i fans dei System, questo diventa un po’ difficile da indirizzare; sicuramente a chi vuole sentire finalmente una band che sappia suonare e propone qualcosa di nuovo.
Il batterista è perennemente all’altezza della situazione, il chitarrista si sbizzarrisce in un repertorio vastissimo, il bassista ha pure momenti dove fare tranquillamente assoli jazz, il tastierista onnipresente si propone anche come sassofonista in momenti da applausi e il cantante finalmente può proporre al massimo la sua estensione vocale, passando dal growl più zozzone a momenti di delicatezza estrema e qualunque cosa in mezzo.
L’album esce il 6 maggio, se non avete troppi pregiudizi in merito ad uno stile di musica, vi consiglio di cercare assolutamente di prenderlo. Non un capolavoro, ma un album come non ne sentivo da moltissimo tempo.

Voto: 10

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Autore: nukep@inwind.it