(Tomlab/Wide 2003)
Nuova uscita per l’etichetta Tom Lab, esordio di un duo di artisti proveniente dal lontano oriente. I suoni prodotti in questione invece non sono lontani ma quasi quotidiani, come se fossero entrati a far oramai parte della vita sonica di tutti i giorni.
La miscela è così composta: chiaramente elettronica, vale a dire glitch, fuoriusciti da laptop di marca sconosciuta, (non è un fattore importante, conta la musica) in alcuni casi seguiti mentre in altri sostituiti da scratch, questi però accoppiati a modulazioni di frequenze strane e sbilenche.
Grande aiuto in questo caso viene fornito sicuramente anche dall’attitudine di quei posti lontani, laggiù all’orizzonte, che riesce a non far sembrare l’album già sentito. Questo pericolo viene per fortuna evitato e grazie alle infinite vie del signore della musica i pezzi non risultano stucchevoli, noiosi, triti e ritriti, ma ben conditi e cucinati (quasi mi viene fame). Nelle otto composizioni del disco vengono disegnati arabeschi elettro-pop di sinteticamente buona fattura che si innervano nel continuum quantosonico del nostro vivere quotidiano, tali da permette una torsione dell’ esistente nell’ascoltatore attivo…Praticamente un divertente disco di elettronica soft-seria digitato da due strani ragazzi con gli occhi penso a mandorla e altrettanti strani motivetti nella testa. Altro?
Voto: 7
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