Psi ‘St’


(Evolving Ear/2003)

Gia dalla forma estetica (cartoncino apribile rado d’informazioni imprigionato in busta trasparente) è impossibile non intuire la musica offertaci dal trio newyorkese Psi. Improvvisazione estemporanea generata con l’attitudine scarna ed essenziale del Lo-Fi. Pur non essendo blasonati dalla ristretta cerchia di estimatori dell’improvvisata i tre componenti sono attivi da diverso tempo in esperienze artistiche disparate. Chris Forsyth, Jamie Fennelly e Fritz Welch, rispettivamente chitarra, electronics e l’alternanza tra batteria e percussioni amplificate dell’ultimo, abbracciano multiformi campi espressivi, come la danza di cui il secondo è titolare di più lavori insieme al coreografo underground Miguel Gutierrez. Se Welch rimane la figura più ombrosa dell’ensemble (anche se performance con Amy Denio sono frequenti) del chitarrista possiamo certificare diversi progetto con Diaz-Infante, il ruolo di direttore artistico per la “Bunker Annex Serie” (rassegna incentrata sugli artisti del new jazz) al Knitting Factory ed altri entourage sperimentali. Casomai non leggessimo la registrazione avvenuta in uno studio canonico a tutti gli effetti, potremmo immaginare tranquillamente una sala di prove colta al volo in qualche fabbricato abbandonato, in un garage, per strada (come qualche volta ha sperimentato Dorgon con il suo sax), perché non è solo una palese mancanza di scrittura definita ma una totale non rivisitazione/correzione finale ad emergere come linea dominante. Traspare un rifiuto della perfezione, ogni movimento degli strumenti, anche se non sono graffi elettronici, ma sussurrati arpeggi di chitarra suonano primitivi, spogli di tecnologia. Musica che sembra abbracciare più le frangi art rock newyorkesi (Punk, No Wave….) che figure dell’avanguardia della Big Apple: John Zorn, Zeena Parkins & Co…. Se cliché accademici potrebbero celarsi troveremo confacente menzionare gli stacchi in favore del silenzio di Cage. Questa commistione la si nota in particolare nella prima parte del disco, dove viene fuori la benevolenza di Welch in ambito ritmico; in determinate frazioni inseguendo veli esotici come il collega Le Quan Nihn. Il susseguirsi degli eventi, il giungere al termine è costipato da un eccessiva presa di posizione anarchica dei tre, dove Forsyth è informale con la sei corde, Fennelly è maggiormente sfrontato con improvvise emissioni rumoriste. Strappi violenti, ampli dissonanze….. Incastonato tra Dorgon, Bhob Rhaney e Thurstone Moore.

Voto: 6

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