(Mescal/Sony Music 2003)
Dell’attività di Amerigo Verardi come cantante-chitarrista, dalla seconda metà degli anni Ottanta in avanti, e successivamente anche come produttore artistico (dei Sonica, dei Baustelle, dei Virginiana Miller, di Valentina Gravili), avevo brevemente accennato nella recensione del CD singolo “Io sono il re” che preludeva a questo “Nessuno è innocente”. In questo esordio sulla lunga distanza del progetto Lotus tre lustri e più di esperienza e follia (sentire Yeahjaouijasi!, che ne distribuisce una discreta quantità) servono a raccogliere alcuni esponenti – più o meno fuori dal coro – della musica italiana e a confezionare un album di tutto rispetto.
Il suono dei Lotus (con Verardi sono della partita Claudio Chiari e Silvio Trisciuzzi) è azzimato e leggermente retrò, come la foto del leader nel libretto: a chi scrive ricorda un po’ quello degli ultimi Flaming Lips e Mercury Rev (ad esempio Lazy Jane e la title-track), ma con una grinta più rock (sentire Ricchi e poveri, il cui testo è firmato da Federico Fiumani dei Diaframma). I numerosi, sopra accennati ospiti (Manuel Agnelli degli Afterhours ai cori in Io sono il re, e – citando alla rinfusa – componenti dei gruppi Arcastella, Lova, Sonica) svolgono tutti un ruolo congruo: chi scrive desidera sottolineare particolarmente gli apporti chitarristici di Giovanni Ferrario dei Micevice in Lazy Jane e Squalo (sua anche la musica) e l’eleganza di Francesco Bianconi dei Baustelle (voce e co-autore in Nessuno è innocente).
Voto: 7
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