(SoaRecords/2003)
Nientedimeno che la 70a uscita per la Scream Of Anger (cioè dico, set-tan-ta!). Il tempo passa ma l’attività procede e questo rappresenta una sicurezza per tutti gli over26 come me.
Che dire, veramente un’opera omnia che con pochi buchi ripercorre l’odissea del grind e dell’hardocore estremo, prodotto per lo più su sette pollici in oltre dieci anni di attività.
Ovviamente i “nomi grossi” occupano posti d’onore all’inizio dei tre cd e sono gli Assuck, i Disrupt, Charred Remains aka Man Is The Bastard, gli Anal Cunt.
Le direttrici si muovono su più fronti coinvolgendo glorie (più o meno) europee come gli Agathocles, i Motorsaegenservice, i Cracked Cop Skulls, i Rotten Sound, i Bloodred Bacteria, i Bloodsuckingfreaks. Dopodiché sul fronte italico c’è da registrare la presenza dell’ottimo lavoro dei Society of Jesus (ex-By All Means e si sente!). Ma, indubbiamente, dal punto di vista storico questa compilation è fondamentale per la ricostruzione della nascita ed evoluzione del grind romano: a partire dai Dogmatized, continuando con gli Obtrude, i Nagant 1895, i Dogfight, le Sexy Super Porno e includendo una vera e propria particolarità rappresentata dal lavoro mai uscito (almeno ufficialmente) dei, anzi del Fucking Blood.
Il lavoro non si esaurisce qui perché a livello internazionale sono presenti altre formazioni spesso note a chi segue il genere come i giapponesi Dudman o i Total Fucking Destruction gruppo in cui milita il batterista dei Brutal Truth, e poi i 7 minutes of Nausea, gli End of Silence, nonché qualcosa di estremamente oscuro ed inquietante come Gerogerigegege (paura!!!).
Il cofanetto presenta una grafica targata Mozza, creativo e consolidato collaboratore SOA, che qui a onor del vero da sfoggio di un lavoro veramente bello.
La fatica è degnamente completata da un corposo libretto riportante copertine (e a volte pure qualche altra immagine), descrizione e commenti dei lavori contenuti.
23 i gruppi, oltre 210 i minuti della durata della furia. Il costo? Veramente DIY.
Indubbiamente un’opera che serve a mantenere la memoria storica di questa rabbiosa musicaccia e, anche se il fascino dei sette pollici resta irraggiungibile dalla plastica digitale, rappresenta una delle migliori uscite targate S.O.A.. Qualcuno parla di golden age della suddetta etichetta ma, a giudicare da quello che continua a sfornare, questa età d’ora dura tuttora!
Contatti: soarecords@tin.it
Voto: 9
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Autore: michelepan@katamail.com