(Idee Nere & Associazione Culturale f. r. i. )
Copertina cartonata patafisica e surreale, fumetto interno che spiega la filosofia/musica/testo della band degno di una pubblicazione della Topolin Edizioni, trio di jazz più grafico. Combinazione divertente e riuscita per l’esordio del gruppo con un nome già di per se simpatico e che rimane facilmente in memoria (non solo di computer); il titolo dell’album è un po’ più complicato da pronunciare e da capire, e lo lascio ad esperti di tedesco (lingua probabile). La musica la si capisce sicuramente meglio dato che il trio formato da Andrea Caparra al sax alto e al clarinetto basso, Walter I. Belloni al basso elettrico, Martino Acciaro alla batteria, snocciola un modo di fare jazz divertente con ben in chiaro chi onorare e chi amare. Ascoltando il disco dall’ inizio alla fine e ritorno ecco che gli Zu prendono un caffè al bar con Ornette Coleman, invitati al tavolo dal nostro Andrea Caprara che mostra loro una svisata di sax.
Oppure gli Art Ensemble Of Chicago che cuociono spaghetti di note modali accompagnati/supervisionati nella cottura da Martino Acciaro, abituato a mangiare la pasta non scotta ma “percossa al punto giusto e con la giusta intensità”.
Per finire in bellezza con patterns acusticocacofonici che ci fanno ritrovare a fischiettare stolidamente con un sorriso ebete sul viso, senza accorgersi che il pezzo è finito da parecchio. Cosa che poca musica fa di questi tempi.
Meditate gente, meditate.
Voto: 7
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